Capoluogo, insieme ad Olbia, della provincia di Olbia-Tempio, Tempio Pausania è uno dei centri più importanti della Gallura situato ai piedi del Monte Limbara.
Famosa per l'estrazione del sughero e del granito, i primi insediamenti umani risalgono al Neolitico, come testimoniano i ritrovamenti di strumenti in selce ed ossidiana. Maggiori sono le tracce risalenti al periodo nuragico giunte fino a noi, tra cui menzioniamo il nuraghe Majori, situato lungo la strada per Palau in una posizione strategica su di una cupola granitica.
Tempio è città di fondazione romana. L'insediamento si formò dalla riunificazione di due stazioni - Gemellae e Templum - lungo la strada Olbia-Tìbula. Villaggio di minuta consistenza demografica ed edilizia in epoca giudicale e pisana, vide crescere la sua importanza a partire dal Cinquecento, cui seguì tra XVIII e XIX sec. un movimento demografico di stabile accrescimento dovuto anche a correnti immigratorie dalla Corsica. Ad esso corrispose un rapido sviluppo edilizio: a questo periodo sono ascrivibili i più significativi edifici religiosi e civili eretti dalle più influenti famiglie della città.
Via Roma è l'animato fulcro della vita cittadina; collega piazza Gallura e piazza d'Italia lambendo il piccolo, scenografico, slargo di S. Pietro dove tra severi edifici in granito sono raccolti gli episodi architettonici più interessanti, la Cattedrale e l'oratorio del Rosario. Dedicata a San Pietro, la maestosa chiesa è stata ricostruita nell'Ottocento. Della preesistente fabbrica tardo quattrocentesca rimangono il portale e il campanile absidato; all'interno, nella terza e quarta cappella sinistra, spiccano due altari lignei del '700, finemente intagliati e dorati.
Sulla Cattedrale prospetta l'elegante facciata del settecentesco oratorio del Rosario che mescola piacevolmente motivi stilistici diversi.
Il santuario dei Santi Cosma e Damiano venne fondato nel 1529 dopo una peste, ricostruito nel 1835 e restaurato nel 1945. Interamente in granito con facciata a spioventi e campanile a vela sulla sommità, è ad aula mononavata, con volta a botte divisa da cinque arcate. Gli affreschi sono di Carlo Armanni.
Merita una visita anche la bella stazione ferroviaria in stile liberty, particolarmente curata nei materiali (granito, mattone ed intonaco), nelle decorazioni decò e nei dipinti di Biasi nella sala d'aspetto e nell'atrio.