La storia dell'azienda è strettamente intrecciata a quella del territorio: Montecalvo Versiggia è un piccolo comune dell'Oltrepò Pavese che si estende su una superficie di 1.116 ettari, con colline che degradano da 479 a 175 metri di altitudine e sono da secoli il terreno ideale per la coltivazione della vite. Come attesta un documento del 1723, erano coltivate a vite in quel'anno 85 pertiche (una pertica milanese corrispondeva a 654 mq).
La coltivazione della vite è andata espandendosi col passare degli anni. Nel 1906 i vigneti nella zona coprivano il 34% della superficie coltivata, mentre oggi ne costituiscono l'80%.
La famiglia Torti coltiva da generazioni i vigneti di proprietà sulle colline di Montecalvo Versiggia: un territorio dove la coltivazione della vite ha tradizioni millenarie. Già nel 1800 l'Acerbi scrive dei veri e propri trattati di classificazione (ampelografia) delle diverse varietà allora presenti in Oltrepò. Per l'Oltrepò Pavese, così come per tutte le più antiche aree europee di coltivazione della vite, si può e si deve parlare di "terroir", e cioè di quello strettissimo rapporto che lega la vite al suo territorio d'origine e che rende inimitabili i suoi prodotti.
I vigneti dell'azienda sono in parte nuovi impianti con sesti fitti (4500 ceppi/ha) ed in parte vecchi vigneti di circa 40 anni di età, con densità di circa 3000 ceppi/ha. Il terreno è tendenzialmente argilloso-limoso (con spiccata tendenza alla fessurazione), compatto, povero di sostanza organica e ricco di potassio.
Da sempre l'azienda attua l'inerbimento dell'interfila. Le concimazioni sono ridotte al minimo e le potature, a guyot, sono corte, con un massimo di 10 o 12 gemme per ceppo. L'andamento climatico è molto regolare, perfetto per la sintesi di aromi particolarmente intensi nei vini bianchi e per la produzione di rossi importanti e da invecchiamento.