L'azienda, nelle dimensioni attuali, ha una superficie di circa 70 ettari, equamente distribuiti fra le varie esigenze produttive: 50 ettari di vigneto, 10 ettari di frutteto, 5 ettari di uliveto e il resto a coltura promiscua, tipica del paesaggio abruzzese.
L'azienda è dotata di una cantina della capacità di 12.000 ettolitri, modernamente attrezzata, dove si trasformano uve di produzione aziendale con una vinifcazione che, pur rispettando antichi metodi di lavorazione, è alla continua ricerca di tecnologie sempre più avanzate, che permettono di sublimare prodotti di una terra generosa e fertile. I vini che ne derivano sono il risultato di questa filosofia produttiva:
Tra tradizione e innovazione: la bella bottaia ed i nuovi impianti tecnologici, imprescindibili per una moderna enologia, ben riflettono questa filosofia produttiva. Così, accanto alle tradizionali botti in rovere si può vedere una moderna e innovativa torre di fermentazione.
Da non sottovalutare, decidendo di visitare l'azienda, l'opportunità di degustare i vini, oltre che in cantina, anche nel ristorante del Palazzo della Montagnola, recentemente restaurato dalla famiglia Montori.
I centri collinari del Teramano e quelli della provincia di Ascoli sono separati dal fiume Tronto, un confine naturale tra le regioni abruzzese e marchigiana che è più un segnalibro che un rigido segno di confine: sono molti, infatti, i tratti comuni, i caratteri derivanti da un passato storico segnato dalla Civiltà Picena.
Le caratteristiche di originalità ed indipendenza politica ed artistica di questa area del Piceno, trovano conferma anche nelle decorazioni pavimentali dell'antica Interamnia (Teramo): gli splendidi "Pavimenta Barbarica", infatti, testimoniano il gusto di una committenza di moda di ispirazione ellenistica e lo reinterpretano in termini di funzionalità, di praticità e semplicità nello sfruttamento dei materiali a disposizione.
Uno degli esempi più belli dell'arte monastica picena è la chiesa di Santa Maria della Rocca, ad Offida.
Il monastero di Santa Maria a Mejulano, più conosciuto sotto il nome di Badia di Corropoli, è una delle testimonianze artistico-religiose più importanti del teramano.
Il Palazzo della Montagnola, eretto nella prima metà del quattrocento in Corropoli per volere di Andrea Matteo II, duca di Acquaviva, costituisce nella storia civile della Val Vibrata e Teramana, un episodio di singolare rilevanza. Esso può ritenersi uno dei primi segnali del nuovo credo architettonico rinascimentale in terra d'Abruzzo.