Il toponimo ha origini poco chiare e ciò ha determinato il fiorire di teorie molto eterogenee. Secondo una prima tesi Gambellara proverrebbe dal longobardo con il significato di "curva", mentre in base ad una seconda e ad una terza deriverebbe dai verbi quali "sgumbillare" o "gambinare" che rimandano entrambi all'azione del sottrarre terreno, scavare.
Comune in provincia di Vicenza, situato allo sbocco della vallata del Chiampo, in una posizione tale da avere una bellissima panoramica sulla pianura veneta, il territorio di Gambellara, attraversato dal torrente Rio e da diversi corsi d'acqua, è ai confini con quello di Verona. Il paese è famoso per la produzione di ottimi vini, come il Recioto ed il Vin Santo, provenienti dai vigneti che coprono le morbide e fertili colline della zona. Il terreno, ricco di sostanze di origine vulcanica, conferisce alle uve aromi gradevoli ed unici.
La data di fondazione del centro non è sicura: è probabile che risalga all'epoca della dominazione da parte dei Longobardi; le prime notizie documentate sul paese risalgono all'XI secolo, periodo in cui in loco sorgeva un castello in posizione strategica, successivamente andato distrutto, nella prima metà del XIII secolo, dalle truppe di Ezzelino da Romano. A causa della particolare posizione occupata fu sovente oggetto di contesa e lunga fu la rivalità con il vicino centro di Sorio. Originariamente appartenente ai Vescovi di Vicenza, nel XIII secolo fu concesso in feudo ad Antonio Giudice di Sarego, inserito nella provincia di Verona, alla fine del XIV secolo, tornò nel territorio di Vicenza. Durante la dominazione asburgica Gambellara fu unito a Sorio.
Da vedere:
La chiesa parrocchiale di San Pietro in Gambellara si presenta in stile neoclassico con tre navate. All'interno gli affreschi del De Santi realizzati nella prima metà dell'Ottocento, due quadri del Puppin, due pale di scuola veronese. L'oratorio ospita un pregevole affresco raffigurante la Maternità della Vergine e due statue in pietra.
La chiesa parrocchiale di San Giorgio a Sorio, risalente al XVI secolo, ha subito nel corso della storia diversi rimaneggiamenti che ne hanno inevitabilmente alterato la fisionomia. Si nota, tuttavia, l'impronta romanica originaria nel bel campanile ed in alcune statue in pietra. Al suo interno quadri di valore realizzati dal Montagna,una pala del Carpioni di epoca seicentesca, due coeve pale, una del Maffei e l'altra i autore sconosciuto, statue lignee barocche e seicentesche.
La chiesa di San Marco.
L'obelisco di Sorio, costruito nel 1868 dall'architetto Negrin, per ricordare la battaglia di Sorio in cui persero la vita circa cinquanta giovani che si contrapposero alle truppe austriche.
Palazzo Cera di epoca settecentesca.