Situata tra il Po e l'Adige, Rovigo, capoluogo del Polesine, è da sempre punto d'incontro tra la civiltà ferrarese e quella veneziana.
La città è nominata per la prima volta in un documento del 838 dove Rovigo viene definita in latino "villa quae nuncupatur Rodrigo" (il borgo chiamato Rodrigo). Nel 1482 passò sotto il dominio della Repubblica di Venenzia e vi rimase per circa tre secoli.
A raccontare il suo passato di città d'acqua e di quattrocentesco borgo estense fortificato, rimangono l'area della piazza e alcune chiese che catturano l'attenzione di chi, vagando per queste strade quiete e sonnolente, assapora l'atmosfera sospesa che già prelude alle nebbie del Delta.
Il Duomo, di origini antecedenti all'anno Mille ma rimaneggiato nel 1461 e nel 1696, è dedicata a Santo Stefano e conserva un pregevole "Cristo Risorto" di Palma il Giovane.
Piazza Vittorio Emanuele II ha pianta trapezoidale con le architetture lasciate dalla Serenissima in quattro secoli di dominio: vi affacciano il palazzo Roverella (1475) e il portico del cinque-settecentesco palazzo del
Municipio, in precedenza loggia dei Notai, affiancato a sinistra dal cinquecentesco palazzo Roncale (Michele Sanmicheli) e a destra dal palazzo dell'Accademia dei Concordi, il maggior organismo culturale della città.
La Chiesa di San Francesco, pur conservando l'impianto romanico-gotico, è stata rimaneggiata nell'Ottocento; al suo interno sono conservate una pregevole statua di San Lorenzo, di Giovanni Maria Morlaiter ed un'elegante Pietà di Tullio Lombardo.