Il toponimo deriva chiaramente dal latino "pratum" (prato). Comune in provincia di Pordenone, situato ai confini con il Veneto, è formato dal capoluogo, diviso in Prata di Sopra e di Sotto, e da diverse frazioni. Un tempo dedito prevalentemente all'artigianato ed agricoltura, è oggi un importante centro industriale.
Il paese fu legato sin dalla sua fondazione ai conti omonimi che lo ottennero in feudo: di questa famiglia si possiedono notizie certe sin dai primi anni del XII secolo. Un rappresentante dei Conti di Prata, Gabriele, provocò l'attacco e la distruzione del castello locale da parte della città di Treviso nel XIII secolo. Le ire della città furono provocate dall'alleanza dei Conti con i Vescovi di Belluno e Feltre. Un altro esponente della famiglia, Guecello II, divenne podestà di Padova ed appoggiò Ezzelino da Romano nel tentativo di conquistare la regione. A metà del XIII secolo il Patriarca di Aquileia riprese il controllo del territorio costringendo i signori di Prata ad accordi di pace molto svantaggiosi per loro. Nel Quattrocento i Prata intervennero direttamente nel contrasto tra papi ed antipapi provocando la reazione del Patriarca e dei Veneziani che devastarono il loro territorio. Nel XV secolo la Repubblica veneziana occupò gran parte del Friuli e concesse il feudo di Prata alla famiglia Floridi di Spilimbergo.
Da vedere:
La chiesa parrocchiale, ampliata nel XVIII secolo, presenta una facciata in stile neoclassico, delimitata da semicolonne fornite di capitello. Conserva al suo interno statue del Modolo realizzate nel 1748, una pala del Seicento opera del Narvesa, ed un'altra del Settecento dipinta dall'Amigoni, un affresco ottocentesco del Fabris, una pala del Gavagnin.
Il tempio di San Giovanni dei Cavalieri, realizzato nel Trecento, contiene preziose sculture gotiche ed opere trecentesche.
Il capitello con Madonna con Bambino di fronte a palazzo Brunetta. Si tratta di un dipinto cinquecentesco, opera del Tolmezzo.
La chiesa dei Santi Simone e Giuda conserva affreschi risalenti alla fine del Quattrocento attribuiti al Gorizio.
Villa Brunetta con giardino adorno di statue ed all'interno affreschi.
Villa Morosini Memmo, cinquecentesca, è oggi sede del Comune.