Alla fine del 1800, il Conte Venceslao e la Contessa Gabriella Spalletti Trivelli comprarono la tenuta agricola di Colognole, fino a quella data proprietà della nobile famiglia fiorentina Martini Bernardi. Il Conte, proveniva da Reggio Emilia, dove tutt'ora risiede il ramo primogenito della famiglia Spalletti; nominato dal re Umberto I, Senatore del Regno, desiderò avvicinarsi a Roma, per meglio svolgere il nuovo compito politico. Venceslao era un grande amante della campagna e, rimasto affascinato dai paesaggi toscani, decise di ricrearsi delle proprietà agricole al sud dell'Appennino. Ne acquistò tre, fra le quali, appunto, Colognole!
Non è un caso che l'Italia sia il Paese che al mondo racchiude il maggior numero di bellezze artistiche e naturali .......... Non è un caso che tra le venti bellissime regioni della nostra Penisola, la Toscana sia quella che focalizza su di sé l'interesse di circa la metà dei turisti che transitano in Italia. Ma c'è ancora un dato inerente il nostro territorio che rende bene l'idea di quanto esso sia rinomato ed apprezzato nel mondo: "Chianti" è la quinta parola della lingua italiana conosciuta all'estero, dopo "Ciao", "Mamma", "Pizza" e "Mafia"!
Il perché di questo successo è da ricercare in ragioni storiche ed artistiche. Firenze, con i Medici, le sue famiglie nobiliari, i suoi mercanti ed artigiani, è stata da sempre culla di bellezze artistiche e centro culturale internazionale.
Questo amore per l'arte e per le belle espressioni dell'ingegno umano, non poteva certamente prescindere dal rispetto per la natura e dalla cura nel mantenerla sana ed incontaminata. La stessa organizzazione della società rurale, che è giunta quasi ai giorni nostri dal lontano Medioevo, si basava sulla piena compartecipazione delle famiglie contadine alla gestione della proprietà.
A beneficiarne di questa forma di collaborazione, è stato fondamentalmente il territorio: i boschi, i vigneti promiscui, le olivete, così come i campi a seminativo, sono stati condotti in questi secoli dalle famiglie contadine come se fossero di loro proprietà. La cura dei particolari, il recupero del patrimonio edilizio, la conduzione colturale nel rispetto dei principi ambientali, criteri tuttora applicati all'interno di molte aziende della nostra zona, rendono il nostro territorio un invidiabile salvadanaio di bellezze naturali e artistiche.
Questa parola gentile presa in prestito dai cugini francesi, sintetizza e racchiude tutte le correlazioni che si vengono a creare tra terreno (fertilità, composizione fisico-chimica, pendenza e profilo) e clima (esposizione ai raggi del sole, temperature medie, piovosità). I vigneti di Colognole sono concentrati ad un'altitudine che varia tra i 230 ed i 450 metri sul livello del mare. Siamo alle pendici del Monte Giovi (990 m.s.l.m.) ed i terreni sono scoscesi e dilavati dalla pioggia; nel corso degli anni il terreno ricco si è accumulato lungo le sponde del fiume Sieve, mentre alle medie-alte giaciture, la struttura è restata di medio impasto, con evidenti residui di scheletro (tracce di origine rocciosa). Questa povertà di suolo è la nostra più grande risorsa!! Grazie a questo, infatti, i nostri vini hanno una grande eleganza di struttura (mai così invadente e pesante), con tannini discreti ma di grande persistenza ed una marcata nota aromatica di frutta.
Far maturare a perfezione le uve del Sangiovese (vitigno principe del Chianti) è l'impegno più gravoso: temperature basse, escursione termica notte/giorno e precipitazioni frequenti (leggere la tabella climatica in rapporto ad altre zone viticole toscane), ci obbligano a ridurre la produzione a pianta (circa Kg. 1,200) per permettere a quest'ultima una maturazione anticipata. Oggi i nostri vigneti sono stati in gran parte ripiantati con criteri scientifici (selezione clonale, scelta accurata del portainnesto, preparazione fisico-chimica del terreno) e a loro sono dedicate le esposizioni considerate ottimali (come si suol dire dalle nostre parti: "a solatìo"). Non solo l'uva gode di queste caratteristiche agronomiche, bensì tutte le coltivazioni che conduciamo a Colognole risentono di questa cornice strutturale; e non potrebbe essere altrimenti! L'olio, infatti, altro fiore all'occhiello della produzione aziendale, è rinomato per la propria componente fruttata intensa ed il gusto piccante.
Anche in questa coltivazione, l'eccellenza del prodotto finale (lo dicono gli altri non ce lo diciamo da soli!) richiede grande serietà in raccolta, con un inizio di raccolta in fase non ancora pienamente matura, ed in frangitura, con temperature strettamente sotto i 30°C. Di conseguenza, anche qui le rese sono molto ridotte (in media 15 Kg. di olio da 100 Kg. di olive).