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Torrecuso

Descrizione

Il toponimo deriva dal latino "toriculus", diminutivo di "torus" (altura), in riferimento alla particolare collocazione del centro abitato. Comune in provincia di Benevento, arroccato su un colle, alle pendici del Monte Pentime (appartenente per un versante a Torrecuso e per un altro lato a Vitulano), il paese domina dall'alto della sua posizione vaste aree, fertili e soleggiate, coltivate a grano,olivi e viti. Il territorio comunale si estende sulla sponda sinistra del Fiume Calore.
Non si conosce la data precisa della fondazione: qualcuno la fa risalire al 216 a.C., altri la anticipano all'anno 316 e la attribuiscono a profughi etruschi. La presenza di un ponte di epoca romana consente di affermare che la zona sia stata certamente frequentata dai Romani. Il borgo risulta citato per la prima volta in un testo risalente all'XI secolo: ciò, quindi, consente di ipotizzare una possibile origine medievale. La fondazione con molta probabilità avvenne a scopo di difesa della vicina città di Benevento che sotto i Longobardi era capitale. Nel corso della sua storia fu sotto il governo di diverse famiglie nobiliari: infatti divenne feudo dei Baroni Fenocchio, dei Della Leonessa, dei Caracciolo, dei Cito. Visse un periodo di particolare prosperità tra il XVII ed il XVIII secolo.
Da vedere:
La chiesa della Santissima Annunziata, risalente al XIV secolo, ha una facciata arricchita da larghe colonne, nicchie e finestre circolari, molto particolare perchè si apre a semicerchio, quasi a voler accogliere in un abbraccio il visitatore. In cima presenta un piccolo timpano ed, inglobato nella struttura, un alto campanile con base quadrata sormontato da un tamburo e da una cuspide. Conserva quadri di epoca settecentesca ed ottocentesca, una interessantissima pala d'altare, arricchita da una cornice dorata, raffigurante la Vergine e l'Angelo Gabriele, una Pietà del 1790, opera del pittore beneventano Musco, otto medaglioni dello stesso autore, un'opera del Castellano e le spoglie di San Vincenzo di Saragozza.
La chiesa parrocchiale di Sant'Erasmo, di cui non è noto l'anno di edificazione, presenta una facciata classicheggiante delineata da colonne e cornici. È una piccola costruzione a tre navate molto sviluppata verso il basso e sormontata da un piccolo ed elegante timpano sostenuto da una base che si raccorda delicatamente con la restante parte dell'edificio. Conserva al suo interno una pregevole tela raffigurante San Filippo Neri.
La chiesa di San Liberatore, preceduta da un piazzale, è costruita interamente in pietra. È un edificio basso e largo alla base, più stretto al centro. La semplicità della facciata è interrotta soltanto da una finestra circolare e dalla cornice che circonda il portale d'ingresso.
Il ponte Foenicolum, risalente all'epoca romana, è situato sul fiume Calore.
Palazzo Cito oggi sede del Comune.

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