La residenza d'epoca "Ridola" venne fatta edificare nel 1872 da Leonardo Ridola, fratello del senatore Domenico - appassionato archeologo di cui il Museo Nazionale di Matera porta il nome.
I Ridola erano una famiglia gentilizia che, al pari delle altre casate materane, nel periodo che va dall'Unità d'Italia agli inizi del '900, insediarono nei loro possedimenti di campagna una serie di dimore, dette anche "casini", in una rinomata zona a sud a ridosso della cinta muraria materana, la "Regione Poliero", da cui da sempre provengono benefiche correnti d'aria dal Mar Jonio.
Nei lustri successivi e sul medesimo versante fu ad esempio costruito il Centro Elioterapico nella zona del "Bagno del Sole" che durante la seconda guerra mondiale gli occupanti tedeschi avrebbero eletto a sede del comando fino al 1945, e - molti anni più tardi - il nuovo ospedale civile.
Durante il suo soggiorno a Matera dal 1882 al 1884, il ventisettenne Giovanni Pascoli fu solito passeggiare nei pressi della residenza della Famiglia Ridola, con cui mantenne solide relazioni per molto tempo. Scrisse in una lettera: "Sì, della Città dove sono stato, Matera è quella che mi sorride di più, quella che vedo meglio ancora, attraverso un velo di poesia e di malinconia" perché là "fu dove spezzai quel poco che avevo, di pane della scienza, e mangiai il primo dolcissimo pane del lavoro".
Leonardo Ridola era un valente architetto, ed edificando la sua residenza di campagna volle curarne personalmente l'impianto con gusto e senso pratico, al fine di adeguarla perfettamente alle proprie necessità abitative. Della dimora i Ridola occupavano nei mesi più caldi la parte superiore, affidandone il piano terra al fattore che invece vi soggiornava per tutto l'anno.
Nel 1900, Leonardo trasferì la proprietà dell'immobile a suo figlio Gregorio, appassionato di pubblica illuminazione, che vi insediò lo "Studio tecnico elettro-industriale G. Ridola".
Durante il secondo conflitto bellico, diventò sede della vedetta marina, per il controllo della costa jonica. Passarono gli anni, e nel 1952 i Ridola affidarono il villino ad una famiglia amica, riservandosene l'uso nei mesi estivi: intanto il mobilio fu trasferito nell'abitazione principale di Via Duomo.
Nel 2003, infine, l'edificio è stato venduto dalla famiglia Ridola agli attuali proprietari.
Cosimo Dell'Acqua, architetto materano, e sua moglie Lucia, hanno amorevolmente adottato il palazzotto, sottoponendolo ad un lunghissimo intervento di restauro, durato due anni, inteso a ripristinarne fedelmente tutte le qualità originarie. Alla base dei lavori, una certosina ricerca storica ed il recupero di tutti quegli elementi la cui integrità non fosse stata irrimediabilmente compromessa dall'usura del tempo. Alcuni dei mobili originari sono stati acquistati e restaurati, ed il vetusto orologio solare, che scandiva il tempo nel 1900, ha rivisto la luce di cui oggi proietta decorosamente l'ombra.