Parlare di Frascati evoca in Italia e nel mondo un moto di simpatia. Nome famoso, associato immediatamente al vino, terra generosa, ha da sempre accolto e convinto i suoi visitatori.
Lo si capisce bene guardando da una delle finestre del Casale che volge le spalle alla città di Roma: vigneti ed uliveti accompagnano lo sguardo sino alle mura della polis, volute dal Papa Paolo III Farnese. Oltre, incontriamo le ville sorte dagli inizi del Cinquecento e, più in alto ancora, la cima del monte Tuscolo, dove ha origine la nostra storia.
La tradizione vuole che Telegono, figlio di Ulisse e Circe, fondò la città di Tusculum, che gli storiografi fanno risalire al IX secolo a.C.
Testimonianze di cultura greca e latina emergono dal secolare rapporto e dominio di Roma. Al massimo del suo splendore la città accoglieva edifici lussuosi, ville di notabili romani come Tiberio, Cicerone, le famiglie dei Portia, dei Mamilia, la Fulvia e la Fonteia. Un importante anfiteatro, realizzato nel II secolo d.C., ospitava oltre 3000 spettatori.
La posizione strategica, l'orgoglioso carattere autonomo, l'ondivago rapporto di amore e odio con la Città Eterna ne segnarono la fine nell'anno 1191.
Già prima di allora, alcuni avevano dato vita ad un piccolo borgo chiamato "Frascata", che sorgeva alle pendici del Monte, vicino ai resti di quella che si crede essere la Villa di Lucullo.
La posizione amena, il terreno fertile di origine vulcanica e, ancora una volta, la vicinanza con Roma, ne determinarono lo sviluppo: i Torlonia, gli Aldobrandini , i Falconieri, i Lancellotti, i Borghese ed altri ancora edificarono stupende ville, ancor oggi godibili all'ammirazione dei visitatori.
In queste nobili residenze si confrontarono i massimi artefici del '500 e del '600 da Giacomo Della Porta al Maderno, dal Vanvitelli al Borromini.
Oltre le ville, la "forma urbis" è quella di una grande balconata naturale sulla pianura, alle cui spalle il cielo si confonde con un bosco fitto.
La presenza di manufatti monumentali è una caratteristica tipica di Frascati, così come le sue piazze, monumentali anch'esse, grandi spazi per accogliere e stupire.
Fra le tante curiosità che annovera Frascati vi è anche il primato di aver inaugurato il 7 luglio 1856 il primo tratto ferroviario di quello che fu lo Stato Pontificio. Ma anche la cronaca di una nuova distruzione, l'8 settembre del 1943, quando il tragico epilogo della guerra colpì duramente la Città. Descritti, seppur brevemente, i luoghi e le origini, torniamo ad osservare più da vicino questo sito ancora con lo stesso sguardo che suggestionò pittori ed incisori, ispirò poeti e letterati come Clara Wells che nel 1878 scrisse: "... È una linda fattoria immersa nel verde, chiamata il Marchese". Oggi, come allora, la bellezza di questo luogo è il suo isolamento, immutato da quando la famiglia Carletti, sul finire dell'800, ne divenne proprietaria.
Il Casale Marchese poggia su due antiche cisterne romane. Già nella Bolla di Bonifacio VIII del 12 maggio 1301 se ne fa menzione, citando i beni della famiglia Annibaldi. Nel 1713 il Casale è ricordato come dimora del musicista Emilio del Cavaliere. Nel corso dei secoli più volte troviamo citazioni, come nel Catasto Pontificio del 1860.
Oggi, nel Casale Marchese, un'ala della costruzione settecentesca è dimora abituale dei proprietari, mentre l'altra parte è dedicata alla lavorazione del vino fino all'imbottigliamento ed al confezionamento del prodotto. Attigua alla cantina vi è una sala per le degustazioni, meta di turisti di tutto il mondo. Adiacente a questa si trova il frantoio aziendale, che assicura un olio di qualità superiore.
La proprietà, di oltre 50 ettari, è in una delle zone più tipiche del Frascati D.O.C., affacciata su uno dei più suggestivi panorami romani e tuscolani, dove il susseguirsi dei vigneti è interrotto da ulivi secolari.
La struttura del terreno da sempre favorisce questo tipo di coltivazione, non solo per l'altitudine (circa 300 m. s.l.m.), per l'andamento collinare e per l'esposizione verso il mare, ma anche per la sua composizione di origine vulcanica che caratterizza tutta l'area dei Castelli Romani. La coltivazione della vite è un fatto da sempre presente e diffuso su tutto il territorio Castellano. Ne troviamo testimonianza antica e ragione nel folclore, nell'economia ed anche nella politica. Marco Porcio Catone detto "il Censore", illustre cittadino tuscolano del 230 a.C., consigliava di piantarne nei propri possedimenti perché "optima loco" . L'economia del sistema insediativo, sin dal tempo dei Romani è stato quello della villa-podere. Negli ultimi secoli i collegamenti tra le Ville, i possedimenti e gli aggregati urbani hanno trasformato il paesaggio con terrazzamenti artificiali a protezione del dilavamento. Ciò ha favorito, specie nelle aree rivolte a mezzogiorno, la coltura e lo sviluppo del sistema vitivinicolo.
Oggi i più moderni e razionali sistemi di coltura, adottati dall'Azienda,non alterano il radicato rispetto per il paesaggio tuscolano e per il territorio. Difatti i vigneti, in gran parte a Cordone Speronato, vengono vendemmiati a mano e le uve vengono selezionate. La pigiatura viene fatta con moderne presse soffici che non lacerano le bucce e la temperatura viene costantemente controllata per mantenere profumi e sapori.
L' attività di Casale Marchese ha senza dubbio consentito di aumentare sensibilmente la presenza del Frascati anche su tradizionali piazze italiane ed estere, con l'offerta di una vasta gamma di prodotti, che vanno dal classico Frascati D.O.C. al "Vigna del Cavaliere", rosso austero e di carattere, al "Cortesia" bianco, delicato ed amabile.
Tra i prodotti dell'Azienda una particolare menzione va all'olio extra vergine di oliva che viene ottenuto da varietà locali quali Rosciola e Frantoio con spremitura soffice a freddo.
Gli ulivi secolari fanno da cornice al vigneto e cingono il Casale, a testimonianza del nostro rispetto per il paesaggio e della grande storia a cui apparteniamo.