Capoluogo, insieme a Sanluri, della provincia sarda del Medio Campidano, Villacidro sorge in un'area abitata sin dal Neolitico, come attestano i reperti rivenuti in numerosi siti. La presenza umana si consolidò nell'età nuragica. Si hanno importanti testimonianze nel villaggio di Cottega e nei nuraghi di Narti, Nuraxi, Cuccur'e crabas, Cuccuru muntoni e Genna uraxi.
Anche in età romana il territorio di Villacidro fu popolato intensamente, ne sono testimonianza le tombe scoperte nella II metà dell'Ottocento a Seddanus, Ruinas, Is guardias, Villascema, S'aqua cotta, Sabodduse e la necropoli, mentre a Nuraxi e a Bangiu si possono ammirare i ruderi di due terme romane.
Immersa in un territorio caratterizzato da maestosi complessi montuosi, boschi estesi e diversi corsi d'acqua che generano ruscelli e cascate, Villacidro ha anche un discreto patrimonio architettonico, come la Chiesa campestre di San Sisinno, edificata nella prima metà del XVII secolo sui resti di un edificio più antico, la parrocchiale di Santa Barbara, realizzata di stile gotico-catalano e rimaneggiata nella seconda metà del Seicento, e l'ex Oratorio del Rosario, oggi sede del Museo Parrocchiale.