Nuoro, capitale della regione sarda della Barbagia, sorge su di un altopiano dominato dal Monte Ortobene; per la ricchezza boschiva è considerato uno dei polmoni verdi del Mediterraneo.
I primi insediamenti umani risalgono al periodo pre-nuragico e nuragico, come testimoniano i ritrovamenti archeologici rinvenuti nell'area, in particolare le "Domus de janas" del III millenni a.C., il nuraghe "Noddule", dal nuraghe "Tanca manna" e dal villaggio sviluppatosi attorno ad esso, formato da circa ottocento capanne che in parte ancora oggi conservano la pavimentazione originaria in argilla e sughero.
Conquistata dai Romani, si racconta che a causa della spiccata bellicosità delle popolazioni locali, il pretore Azio Balbo dovette stipulare un patto di reciproca non belligeranza.
Le caratteristiche moderne di Nuoro convivono con i segni delle antiche origini. I quartieri da cui si formò la cittadina sono quelli di Seuna e San Pietro. Il primo, originariamente quartiere dei contadini, ha perso molte delle sue antiche costruzioni. Il suo cuore è rappresentato dalla chiesa vecchia delle Grazie, che risale alla fine del Cinquecento. Quella nuova, costruita negli anni Settanta del secolo scorso, si trova nello slargo tra le due principali strade cittadine, via La Marmora e Corso Garibaldi. Il secondo è il quartiere dei pastori: nacque la scrittrice Grazia Deledda.
Realizzata in una foggia semplice e lineare, l'antica Chiesa della Madonna delle Grazie è caratterizzata all'esterno da un portale con due colonnine ai lati sormontate da un architrave e da un bel rosone, proveniente secondo la tradizione da una chiesa trecentesca dedicata a San Giuliano Martire, in stile gotico-catalano. All'interno, durante i lavori di restauro del 1982, furono scoperte delle tempere murali settecentesche.
La Cattedrale di Santa Maria della Neve, costruita tra il 1836 ed il 1854 in stile neoclassico, ha un forte impatto scenografico: la facciata è segnata da quattro monumentali colonne in granito sormontate da capitelli ionici che sorreggono una semplicissima trabeazione e si conclude con un timpano triangolare che richiama suggestioni palladiane, tanto care al progettista Antonio Cano. Custodisce alcune opere di notevole pregio, fra cui i pannelli della Via Crucis dipinti da Carmelo Floris e da Giovanni Ciusa Romagna.
La Chiesa della Solitudine fu edificata su disegno di Giovanni Ciusa Romagna tra il 1947 e il 1954, sul sito di una precedente chiesa seicentesca cara a Grazia Deledda, che dal 1959 è qui tumulata.
Piazza Sebastiano Satta fu risistemata da Costantino Nivola nel 1967 e si caratterizza per il contrasto fra le sculture in granito e le architetture preesistenti, prevalentemente settecentesche e ottocentesche tra le quali si può distinguere la casa natale del poeta. Ridipinti gli edifici di bianco e collocati sulla pavimentazione grandi blocchi di granito, Nivola ha impreziosito la piazza inserendo entro piccole nicchie alcune statuette in bronzo che raffigurano il poeta nuorese in diversi momenti della sua vita.