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Saint-Christophe

Descrizione

Il toponimo deriva dal santo patrono del luogo: San Cristoforo. Il comune è collocato nel mezzo della Val d'Aosta, sulla collina ad est del capoluogo regionale da cui si gode di uno splendido panorama sul monte Emilius, sul ghiacciaio del Rutor, sul Pic Carrel, sulle Dames de Challant.
Il centro coniuga tradizioni e modernità. L'area pianeggiante del comune accoglie una vasta zona destinata all'esercizio di attività commerciali ed artigianali oltre all'aeroporto, infrastruttura fondamentale per l'economia locale.
I reperti archeologici rinvenuti nella zona di Pignet, tra cui un'urna funeraria cilindrica, un piatto decorato, caraffe ed altri oggetti risalenti al I secolo, consentono di affermare che la collina di Saint Christophe fosse abitata sin dall'epoca preromana. Nel Medioevo l'Europa fu colpita dalla lebbra ed in Val d'Aosta furono costruiti molti ospedali: a Saint Christophe il più celebre fu La Maladière fondato dal Capitolo della cattedrale e situato lungo la strada per Aosta. L'ospedale disponeva di ampi possedimenti di terreno e di una cappella dedicata a Santa Maria Maddalena nella quale si trovava, portata da Aosta, la pietra sepolcrale di San Grato alla quale sono stati attribuiti numerosi miracoli. Nel 1425 il morbo nel paese scomparve del tutto e La Maladière non ebbe più ragione di esistere. Destinato a deteriorarsi rovinosamente, nel 1624 fu concesso in affitto. Nel 1647 e nel 1775, a causa delle frequenti piogge, due alluvioni distrussero ruscelli e danneggiarono coltivazioni ed abitazioni nelle frazioni di Thuvex e Meysattaz..

Da vedere:

La chiesa di Saint Christophe situata sul fianco della collina, sotto la frazione di Meysattaz. Fondata nella seconda metà del XII secolo, originariamente presentava una sola navata la cui volta fu predisposta in un secondo momento, così come successivamente furono aggiunte le navate laterali. Presenta una facciata semplice ed un campanile del XV secolo e conserva un altare barocco e pregevoli dipinti, nonchè la pietra tombale di San Grato. Risalente al V secolo, la pietra copriva la tomba del santo e fu condotta da Aosta a La Maladière per curare i malati di una delle frequenti epidemie che affliggevano le popolazioni in quell'epoca. La parrocchiale custodisce anche una statua in legno policromo raffigurante il santo.
La cappella di Senin, dedicata a San Michele e Santa Barbara, fu fondata nel 1604.
La cappella di Sorreley, dedicata a San Gottardo, fu costruita nel 1766. Conserva al suo interno un altare in legno policromo risalente al XVIII secolo.
La cappella di Veynes, dedicata a San Rocco, è stata realizzata nel XVII secolo. Si trova sulla strada che conduce a Blavy, è abbellita all'interno e sulla facciata esterna da dipinti realizzati nel 1860 da Jean-Laurent Grange.
La cappella di Nicolin, dedicata a Sant'Anna, si trova sulla strada per Quart e risale al XVI secolo. La facciata è decorata da affreschi realizzati dal pittore Luciano Bartoli.
La cappella di Parlèaz, dedicata ai Santi Margherita e Bernardo, si trova lungo la strada che porta a Blavy. La data di costruzione è ignota, si sa che fu ricostruita nel XIX secolo e restaurata qualche tempo dopo. All'interno un altare ligneo policromo risalente al XVIII-XIX secolo.
La cappella di Frissonnière.
Il castello di Saint Christophe-Sorreley, oggi Passerin d'Entrèves, si ritiene che sia stato costruito sui resti di un'antica villa romana. Realizzato in epoche successive, presenta conseguentemente stili architettonici diversi. L'ala più antica risale al 1200 ed è stata in parte danneggiata da un incendio nel XVIII secolo. L'imponente struttura, delimitata da torri rotonde e quadrate, possiede una piccola cappella situata nella zona a sud dedicata alla Madonna, conserva una statua lignea, raffigurante la Vergine con il bambino, risalente al XIV o XV secolo. Modificato più volte dai diversi proprietari, i De Sorreley, i De Plèoz, i Passerin d'Entrèves, è arricchito da un bellissimo parco dal quale è possibile godere di uno splendido panorama.
La piramide tronca ad est della frazione di Veynes, reca su uno dei lati un'iscrizione purtroppo incomprensibile. Secondo la tradizione popolare su questa pietra fu celebrata una messa in occasione dell'inizio dei lavori per la costruzione della cappella di Veynes.

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