Centro di soggiorno estivo nella valle della Dora Baltea, Fénis è composto da diverse frazioni che sorgono sui due lati della strada che da Tillier giunge a Misèregnè. Le zone boschive ospitano una varia e ricca fauna. La maggior parte del territorio situato nel fondovalle, intensamente coltivato, è costituito dai sedimenti portati a valle dal torrente Clavalitè. Il vallone di Clavalitè è dominato dal monte Tersiva e potrebbe essere stato in passato un'area mineraria. Secondo alcune fonti la zona era attraversata da una strada preromana, parte integrante di una rete viaria collegante le valli del Canavese con quelle valdostane. Numerosi sono i sentieri e gli itinerari da seguire: partendo da Barche attraverso il torrente Clavalitè, passando per Cerise, attraversando un bosco di conifere e raggiungendo diverse baite, fino alla vallata di La Clavalitè; da Fénis per Ponton; da Fénis per La Morgnetta, località nota per le lotte partigiane, ai piedi del Bec Corbo. Dal bivacco Egidio Borroz a 2150 metri, in località Queneus, recentemente inaugurato, è possibile godere di una bellissima vista sul vallone di La Clavalitè. E' una tappa importante nel cosiddetto percorso dei laghi ed è punto di partenza per raggiungere le vette del Tersiva, del Mont Glasier e gli altri monti che lo circondano.
Il borgo, come d'altra parte tutto il territorio valdostano, nel Medioevo era sotto il dominio dei signori locali. Fénis appartenne alla famiglia Challant. La prima testimonianza documentata risale al 1197, ma era uso del tempo suddividere i feudi tra più di una famiglia, ognuna con la sua area di influenza. Su Fénis governavano anche i nobili di Sarre, quelli di Nus e quelli della Tour de Gressan. Gli Challant si proposero con successo di eliminare le altre famiglie e nel corso del XIV secolo riuscirono ad estromettere tutti gli altri nobili, salvo i signori di Gressan che rimasero nel possesso di Plèod e Rovarey fino al XVIII secolo. Aimone e suo figlio Bonifacio I di Challant governarono per oltre un secolo garantendo al paese prestigio e grande fortuna economica e politica. Dopo la morte di Bonifacio I lo sviluppo di Fénis subì un drastico rallentamento. Nel 1705 Fénis passò agli Challant Chatillon che lo cedettero ai Saluzzo Paesana per far fronte a difficoltà economiche. Francesco Castellar di Saluzzo Paesana conservò il feudo fino alla fine del Settecento, allorché vennero eliminati i diritti feudali. Gli effetti della Rivoluzione Francese giunsero con qualche anno di ritardo in Val d'Aosta con l'annessione alla Repubblica francese della vicina Savoia nel 1792, salvo il breve periodo in cui le truppe austro-ungariche aiutarono i Savoia a riappropriarsi del Ducato d'Aosta. Nel 1800 fu installato proprio a Fénis un governo rivoluzionario. Nel periodo fascista il comune di Fénis fu unito, malgrado la decisa opposizione della popolazione, a quello di Nus fino al 1946, anno in cui i comuni furono separati.
Da vedere:
Il castello situato alle pendici del monte Saint Julien. Delle sue origini e dei primi sviluppi non si sa nulla di preciso, si ipotizza che possa essere stato edificato su un preesistente edificio. Di fatto le prime notizie documentate del castrum Fenitii risalgono alla prima metà del 1200, quando era già di proprietà dei visconti di Aosta . Risale al 1340 il primo intervento sull'edificio per volere di Aymone di Challant. Fu ampliato negli anni successivi, probabilmente in quattro fasi, anche dal figlio Bonifacio I. L'imponente costruzione presenta una pianta pentagonale con doppia fila di mura merlate, torri cilindriche e a base quadrata. Rappresenta uno degli edifici meglio conservati, all'interno delle sale, nella scala e nella cappella pregevoli affreschi per la maggior parte eseguiti da G. Jaquerio, il maggior artista gotico dell'epoca, restaurati di recente, e mobili risalenti al XV e XVII secolo.
La parrocchiale. Della primitiva struttura la documentazione d'archivio è carente, le prime notizie documentate risalgono solo al XV secolo. Nel XVIII fu ricostruita con linee tardo barocche. Il campanile di particolare bellezza risale al 1421.
La cappella di San Grato sul monte Saint Julien, nascosta tra i boschi, presenta forma ottagonale.
La cappella della Sacra Sindone a Cuignon, costruita nella seconda metà del XVIII secolo, presenta affreschi sulla facciata risalenti ugualmente al XVIII secolo, opera di Joconde Gnifeta. All'interno un altare ligneo intagliato in stile barocco, risalente al Settecento, sul quale è raffigurata la Sacra Sindone.
La cappella di San Rocco a Miséregnè, risalente al XVIII secolo, conserva un altare ligneo intagliato sul quale sono raffigurate varie immagini, tra cui San Rocco.
La piccola cappella bianca di Nostra Signora delle Nevi a Milanaz nella valle della Clavalitè.
La cappella di San Bernardo di Mentone a La Cerise del XIX secolo sorge lungo il vecchio sentiero che conduce alla valle.
La cappella di Santa Barbara a Barche risalente alla seconda metà del XVIII secolo presenta una facciata decorata e all'interno conserva un affresco risalente al 1823.
La cappella di Nostra Signora della Guarigione a Pommier edificata nel 1864 con facciata decorata da mirabili affreschi.
La cappella di Nostra Signora di La Salette a Tillier costruita nell'Ottocento.
La cappella di San Leonardo a Cretes edificata nel XVIII secolo lungo una antica stradina che conduce a Fénis.