Il toponimo deriva dal latino "pullus": terreno molle. Il comune si trova esattamente al centro della Val d'Aosta ed è composto da numerosissime frazioni. Si incunea tra Aosta, Saint Christophe, Quart, Brissogne e Charvensod, i confini con il quale sono segnati dai torrenti Comboè e Moriond. Diviso a metà dal torrente Arpisson, è disposto per la maggior parte sulla destra della Dora Baltea. Pur essendo contiguo al capoluogo, difende gelosamente dalle contaminazioni della cementificazione i suoi pascoli verdeggianti ed i sentieri che tracciano le montagne coperte fittamente dai boschi di conifere. Il silenzio e la tranquillità della natura incontaminata che gli abitanti aspirano a conservare non impediscono loro di ammiccare all'avanzare della tecnologia e della modernità. Infatti il territorio comunale ospita sull'area dell'autoporto uno dei più moderni centri a carattere commerciale, artigianale ed industriale dell'intero arco alpino, nonché un'area adibita a Centro congressi multiuso, l'area verde Grand-Place, estesa per 162.000 metri quadrati e destinata ad attività sportive e ricreative.
Reperti archeologici consentono di ritenere che Pollein fosse abitata sin dall'Età del Bronzo. Dal XIV al XVI secolo il centro subì il dominio di diverse famiglie. Fu sottoposto ai signori di Quart, di cui non sono note le origini, ma è conosciuta l'importanza nella storia valdostana. Già signori della Porta di Sant'Orso ad Aosta, ora conosciuta con il nome di Porta Pretoria, vissero proprio nella torre situata sul lato nord di uno degli ingressi più importanti della città. Controllando l'accesso poterono riscuotere i pedaggi, accumulare grandi quantità di danaro e rafforzare enormemente il proprio potere. Estesero ben presto i loro dominii su un'area vasta quanto un sesto dell'attuale territorio regionale. Pollein appartenne anche ai conti di Savoia, dal XIV al XVI secolo, ai Montagny ed ai vescovi di Aosta. I secoli successivi narrano vicende comuni ai centri limitrofi e all'intera Val d'Aosta.
Da vedere:
La parrocchiale di San Giorgio, la cui esistenza è attestata da documenti storici risalenti al 1176, fu quasi interamente ricostruita nel 1685. Presenta una facciata molto semplice con un grande arco sormontato da un timpano al di sotto del quale si trova l'ingresso e pregevoli riquadri dipinti. All'interno volte affrescate e una statua lignea raffigurante San Giorgio, recentemente restaurata, risalente al XV secolo. Di grande bellezza il campanile di epoca romanico-gotica. Dal XII al XVII secolo dipese dalla Prevostura del Gran San Bernardo.
La cappella di Santa Barbara e Madonna di ogni Potere a Chenaux dalla facciata riccamente affrescata.
La cappella dello Sposalizio della Vergine in località Grand Pollein.
Il Giardino delle rocce nel parco del Grand Place nel quale sono presenti massi che rappresentano campioni dei vari tipi di roccia di cui sono costituite le montagne valdostane. Sono collocati ai lati di una stradina che si snoda tra siepi ed alberi.