Il Podere Le Cinciole si estende per 30 ettari in località Panzano in Chianti nel centro dell'area geografica denominata "Chianti". La coltivazione di viti ed olivi caratterizzano l'attività che è condotta in economia diretta.
Il nome Le Cinciole identifica una precisa località così nominata da secoli, il suo toponimo di origine etrusco-romana infatti sembra derivi dalla volgarizzazione di "le terre di Quintius".
Tredici sono gli ettari destinati a vigneto specializzato, dei quali undici attualmente in produzione, cinque sono quelli destinati alla coltivazione dell'olivo con circa 1000 piante.
La nostra azienda da anni si prefigge come principale obiettivo la ricerca della qualità nel rispetto della tradizione e del territorio. Ciò che ci caratterizza in maniera predominante è la scelta dell'utilizzo del vitigno Sangiovese per la produzione del Chianti Classico, così pure come l'utilizzo moderato dei legni, per il rispetto del vitigno.
Due sono i vini "storici" da noi prodotti: "Le Cinciole" Chianti Classico e "Petresco" Chianti Classico Riserva. Il primo è ottenuto da uve sangiovese con una piccola percentuale di canaiolo e viene elevato prevalentemente in botti di rovere di media capacità. Il nostro intento è quello di esaltare le caratteristiche del vitigno cercando di conservare quanto più possibile i profumi primari e la piacevolezza di un vino giovane. La Riserva rappresenta per noi la selezione delle migliori uve sangiovese provenienti dai migliori vigneti. A differenza del primo l'elevazione avviene in barili di piccola capacità, al fine di ottenere quel giusto rapporto tra legno e vino tale da esprimere, dopo un lungo affinamento in bottiglia, quella complessità propria dei vini da invecchiamento.
Nel 2000 abbiamo dato vita ad un nuovo progetto che ha visto l'introduzione nel podere di vitigni internazionali. Questa scelta nasce dalla convinzione che, laddove un territorio risulti particolarmente "vocato" sia sempre esso a dominare sul vitigno. Ed è proprio da questa base e dalla conoscenza dei nostri vigneti che siamo partiti per produrre un nuovo vino: "Camalaione", con la speranza che, anche se prodotto con uve non così radicate nel nostro territorio, questo vino abbia il sapore della Toscana o meglio di Panzano.
I vitigni che lo compongono sono tre ed il blend non è del tutto usuale: Cabernet Sauvignon (70%), Syrah (15%), Merlot (15%).
Alla produzione del "Camalaione" è stata dedicata come sempre la massima attenzione sia dal punto di vista agronomico che enologico.
Attualmente la nostra produzione complessiva è di circa 42.000 bottiglie: 35.000 di Le Cinciole Chianti Classico, 4.000 di Petresco Chianti Classico Riserva e 3.000 di Camalaione Igt Toscana.
I nostri vigneti si trovano ad una altitudine compresa tra i 430 e i 470 mt slm.
L'esposizione principale è sud-est con pendenza media del 15% ma una parte consistente dei vigneti ,circa 4 ettari su 13, hanno esposizione sud-ovest e sono localizzati su di un altro versante rispetto allo spartiacque orografico.
Il terreno geologicamente può essere definito "argillo scisti di pietraforte"; la "pietraforte" è il massiccio roccioso su cui hanno giacitura i nostri terreni, mentre le "argilloscisti" sono compattamenti superficiali di argilla che, sotto l'azione sinergica degli agenti atmosferici, generano frammentazioni via via sempre più piccole che danno origine al tipico terreno chiamato "galestro".
Questa breve introduzione ai terreni non è di poca importanza. Sono infatti essi, a mio parere, il fattore dominante che caratterizza i nostri vini.
Non sono certo nemmeno da sottovalutare le attenzioni e le cure che abbiamo per le nostre viti, attenzioni rivolte all'esaltazione di quello che ormai in modo univoco viene definito "terroir".
Siamo infatti convinti che, per ottenere vini che rispettano il territorio, abbiamo sicuramente bisogno di piante sane e robuste, dove per robustezza intendiamo una forte capacità di "autodifesa" non indotta artificialmente da continui "trattamenti" chimici, ma soprattutto di piante in "equilibrio".
Le nostre sono piante "leggere" con poche gemme in produzione e con un apparato fogliare idealmente appena sufficiente a soddisfare le esigenze nutritive della pianta e del frutto.
Non "forziamo" le piante con concimazioni chimiche, ma piuttosto ricerchiamo la "fertilità" del terreno, un terreno vivo in cui i microrganismi e i minerali già presenti possano "muoversi" liberamente per alimentare le radici delle nostre piante.
Usiamo solo ammendanti organici, "compost" generato dalla fermentazione naturale dei residui di potatura ed eventualmente stallatico di sicura provenienza.
Anche noi dobbiamo certamente "difenderci" dai più comuni aggressori delle nostre viti, ad esempio le crittogame (oidio e peronospora), anche questo però avviene, per quanto possibile, nel rispetto della natura, utilizzando "sali di rame" e zolfo naturale. Tutto questo è tanto più facile ed efficace quanto più il nostro quotidiano impegno nella "buona conduzione agronomica" (pulizia, arieggiamento, palizzatura) è sollecito e tempestivo.
E' un punto questo che mi piace sottolineare, la conduzione di un vigneto che tende ad una produzione di qualità non può prescindere da un costante, preciso e quotidiano lavoro di ottimizzazione dei rapporti "vegeto-produttivi" e ciò si allinea perfettamente con le nostra idea di produttività rispettosa dell'ambiente e del territorio senza però scadere in una esasperata teorizzazione di pratiche colturali non più sostenibili in un'economia di mercato globale.
Siamo dei produttori biologici?
Da un punto di vista strettamente formale certamente sì, siamo infatti certificati da un'organizzazione preposta al controllo. Questo non rappresenta soltanto un obiettivo raggiunto ma una fase nel nostro cammino. Rappresentava certamente l'obiettivo da raggiungere qualche anno fa ma è oggi per noi il nuovo punto di partenza per andare oltre nella costante ricerca di una produttività "sostenibile".
Sostenibile per l'ambiente, sostenibile per noi produttori che quotidianamente affrontiamo un mercato a volte privo di scrupoli ma nel quale siamo dentro.
A noi non resta che dimostrare continuamente che da queste parole nascono dei "fatti", i nostri "fatti" sono il nostro vino, frutto di lavoro e passione e inteso come ricerca della massima espressione del nostro territorio.