Il progetto
Definire l'Agricola San Felice come "progetto" vuol dire connotarla come qualcosa di più che una semplice azienda produttiva, rendendo anche ragione delle molteplici articolazioni delle sue attività. In particolare, da quando è entrata a far parte del Gruppo Allianz S.p.A., Agricola San Felice ha visto estendersi in quantità e qualità i propri impegni sul fronte vitivinicolo, in particolar modo la ricerca scientifica.
Collateralmente, gli impegni si sono estesi anche alla hotellerie, alla zootecnica ed alla salvaguardia ambientale. Tutto questo presuppone non solo una puntuale organizzazione e competenze molto evolute, ma anche una cultura d'azienda sofisticata, nonché un senso etico del lavoro ed una comunione di intenti che sono un esempio di imprenditorialità di cui andiamo orgogliosi.
Della bontà del progetto Agricola San Felice fanno d'altronde fede il successo, la costante crescita ed i numerosi riconoscimenti ricevuti.
Le origini
ieri-oggi-domani
Come accade dovunque in questa terra di antichissima cultura, anche San Felice conserva vestigia che risalgono alle comuni radici nella civiltà etrusca. Ma è dal X secolo che la Pieve San Felice in Pincis, consacrata al martire San Felice da Nola, viene attestata come una delle più antiche chiantigiane. I possedimenti ed il borgo medioevale, sorto attorno alla chiesa, condivisero le traversie storiche di tutto il comprensorio, passando via via attraverso varie amministrazioni, da quella religiosa a quelle di eminenti famiglie locali, come i senesi Cerretani fino al XIX secolo, da quando passa alla proprietà dei del Taja, che guidarono l'azienda in un periodo di floridezza fino alla prima metà del '900, essendo tra i fondatori del nascente Consorzio del Chianti Classico, quello del famoso Gallo Nero.
È nel secondo dopoguerra che San Felice vive un periodo di declino, come del resto tutta la regione del Chianti, conclusosi con l'acquisizione dell'azienda da parte di un importante gruppo finanziario nel 1968 e, successivamente, dalla RAS, nel 1978.
Da quel momento, sotto la guida di Enzo Morganti, uomo lungimirante, di provata esperienza vitivinicola sul Sangiovese, comincia la ristrutturazione dell'azienda e la transizione da una produzione orientata alla quantità a quella decisamente orientata alla qualità, nonché l'impostazione delle basi di una sistematica ricerca scientifica, inizialmente votata alla valorizzazione proprio del vitigno Sangiovese.
Oggi l'Agricola San Felice è decisamente un'azienda di successo, vocata all'eccellenza e all'innovazione, imprenditorialmente solida, come la sua continua crescita sui mercati nazionali ed internazionali testimonia.
La filosofia
Pensare l'eccellenza
La filosofia dell'Agricola San Felice è riassumibile nella missione generale di perseguire l'obiettivo dell'eccellenza; risultato raggiunto sia attraverso la ricerca e la sperimentazione, sia attraverso la volontà di mantenere un vitale legame con la territorialità e con la tipicità.
Dagli anni '70 del secolo scorso ad oggi abbiamo applicato una strategia di miglioramento continuo, raffinando le nostre competenze agronomiche e perfezionando le tecniche di cantina. È una volontà di crescita e di sviluppo, la nostra, sempre informata da un senso di responsabilità morale verso la terra e di attenzione per la salvaguardia del patrimonio che abbiamo ricevuto e che merita di essere non solo tutelato ma ancor più valorizzato.
Gli ambienti
Agricola San Felice è un'impresa dalle molteplici attività che si articolano su svariati scenari:
le tenute, innanzitutto, con i pregiati vigneti ed oliveti;
il Vitiarium, con le attività di sperimentazione scientifica;
le cantine, dove si dispiega tutta la filiera della produzione, dalla vinificazione, all'affinamento in legno e all'imbottigliamento;
il frantoio, dove viene prodotto l'olio; il borgo, con le sedi aziendali, l'enoteca ma, soprattutto, il centro abitativo trasformato in una raffinata struttura alberghiera; fino alla zootecnia, con gli allevamenti di razze pregiate.
Le tenute
L'Agricola San Felice si dispiega sui diversi terroirs, che sono la sua ricchezza, la sua vocazione essendo più di ogni altra cosa quella di produrre uve e vini in tre territori "classici" della Toscana: la gran parte dislocati nel Chianti Classico, cioè la tenuta San Felice vera e propria; poi, naturalmente nel prestigioso Montalcino, ovvero la tenuta Campogiovanni; e infine, nella splendida e selvaggia Maremma, la Tenuta Perolla.
Le cantine
Contigue al borgo, possiamo visitare le cantine San Felice, con gli impianti di vinificazione ed affinamento. Si tratta di pregevoli edifici del 1800 che, ristrutturati a varie riprese nel tempo e definitivamente negli anni '70 del secolo scorso, con un intervento di attento rispetto conservativo, sono diventati uno dei primi esempi di moderne cantine di vinificazione.
Qui, tra tecnologie ed impianti allo stato dell'arte, convivono botti di rovere di Slavonia con tonneaux e barriques di rovere francese, per la maturazione dei Chianti classici e degli altri vini San Felice.
Il frantoio
In località Villa La Pagliaia, dove si ammira la splendida villa padronale di fine '800, che è parte della tenuta, si trova anche il frantoio per la produzione degli oli extravergine San Felice. La dislocazione è strategica per permettere la frangitura delle olive nel giorno stesso della raccolta, fattore critico per ottenere la più alta qualità.
Nel frantoio, le antiche macine in pietra sono state sostituite dalle più moderne tecnologie, con il sistema di estrazione "a centrifuga", per avere una maggiore garanzia d'integrità dei sapori e dei profumi che caratterizzano i nostri raffinati prodotti.
L'enoteca
Nell'incanto dell'antico Borgo San Felice, di fronte al Giardino delle Erbe Buone, che fornisce allo chef Antonio Fallini gli aromi per i suoi ricercati piatti, gli ospiti ed i numerosi visitatori possono trovare tutto l'anno una fornita enoteca nella quale degustare ed acquistare i prodotti dell'azienda.
In questo suggestivo ambiente, tra le antiche mura e le volte a botte dell'edificio ristrutturato sulla base di un rispettoso intervento di restauro, il competente e sempre amabile Jamil Ghanem sarà felice di fare due chiacchiere con tutti e dispensare informazioni e consigli per orientarsi tra le diverse etichette dei nobili vini e dei pregiati oli San Felice.
Il Borgo
Nato attorno all'antica Pieve in Pincis, dedicata al santo martire Felice da Nola, il piccolo borgo conserva intatto l'incanto delle tradizioni di questa terra ricca di civiltà. Risorto grazie ad una meticolosa e magistrale opera di restauro, il borgo resta un piccolo, pregevole gioiello architettonico conservato nello scrigno dell'incantevole paesaggio del Chianti.
Parte del borgo medioevale è diventata, dalla fine del secolo scorso, una prestigiosa struttura alberghiera affiliata alla celebre catena internazionale del lusso Relais & Châteaux: un hotel dotato di tutti i comfort, centri benessere, piscina, attrezzature sportive e, naturalmente, di un eccellente ristorante, il Poggio Rosso, dove i raffinati piatti del famoso chef Antonio Fallini, possono essere apprezzati accompagnandoli con i pregevoli vini San Felice.
La ricerca - Scienza e sperimentazione
Agricola San Felice è, da sempre, impegnata in programmi di ricerca sperimentale volti soprattutto alla valorizzazione del Sangiovese; questo in uno spirito precursore a partire da un'epoca nella quale la tendenza dominante era quella di introdurre i cosiddetti vitigni internazionali.
Una visione pionieristica che poi si è quasi naturalmente integrata con l'istanza di riscoperta e salvaguardia del patrimonio genetico degli antichi vitigni autoctoni, allo scopo di esplorarne e verificarne le qualità anche nel contesto della produzione attuale.
La sperimentazione
La sperimentazione vitivinicola è indubbiamente uno dei fiori all'occhiello dell'Agricola San Felice. I primi vigneti sperimentali vennero messi a dimora già verso la fine degli anni '70, per ricerche su: forme di allevamento, incroci, densità di impianto, sempre nella prospettiva di migliorare la varietà Sangiovese.
Dagli anni '80 del novecento, poi, fu avviata una proficua collaborazione scientifica con il Dipartimento di Ortoflorofrutticoltura dell'Università di Firenze, con lo scopo non solo di conservare un patrimonio di biodiversità, ma anche di dimostrare che vitigni autoctoni del passato, se trattati alla luce delle conoscenze attuali, possono portare a scoperte sorprendenti.
Tutti i risultati conseguiti grazie alle attività di ricerca e sperimentazione sono stati applicati nel corso degli anni nei vigneti delle tenute dell'Agricola per l'incremento della qualità della produzione vitivinicola. La scommessa è stata sicuramente vinta come stanno a dimostrare vini quali il Vigorello, il Poggio Rosso e più recentemente il Pugnitello.
Il vitiarium - Il museo della vite
Il Vitiarium è la più interessante tra le iniziative di ricerca scientifica avviate, sin dalla fine degli anni '80 del secolo scorso, da Agricola San Felice in stretta collaborazione con l'Università di Firenze. In questo vigneto sperimentale dell'azienda, infatti, furono condotte ricerche specialmente finalizzate allo studio e alla conservazione del germoplasma (il patrimonio genetico), della viticoltura toscana.
Unico per varietà e dimensioni (oltre 2 ettari), il Vitiarium raccoglie circa 270 vitigni censiti nelle vecchie vigne toscane, dai quali sono stati ricavati interessanti dati per migliorare le produzioni viticole attuali.