Erano i primi del '900, quando Giuseppe de Corato acquisì e rimise a coltura con viti, olivi e grano la vasta tenuta Rivera in agro di Andria. Qui nel 1950 suo figlio Sebastiano fondò l'Azienda Vinicola Rivera spinto dal desiderio di valorizzare l'enorme potenziale vitivinicolo della zona di Castel del Monte. La vecchia cantina fu ristrutturata, i vigneti rinnovati e si cominciarono a produrre vini di qualità adottando le tecniche più avanzate dell'epoca.
Il successo non si fece attendere e la Rivera divenne ben presto il principale punto di riferimento dell'enologia pugliese e l'autentico motore della sua rinascita. La tenace ricerca della qualità spinse nei primi anni '80 la Rivera, condotta da Carlo, figlio di Sebastiano, verso un'innovazione ardita: introdurre nei propri vigneti varietà nobili a bacca bianca provenienti da altre regioni, quali il Sauvignon e lo Chardonnay.
Il lungo e paziente lavoro che ne seguì fu premiato con l'inclusione di tali varietà nel disciplinare di produzione della D.O.C. Castel del Monte. Dopo l'ingresso nella Rivera di Sebastiano, rappresentante della quarta generazione della famiglia de Corato, l'Azienda ha rinnovato il suo impegno con dinamicità e con un deciso orientamento al mercato, puntando sulla valorizzazione delle varietà autoctone per ottenere vini di grande pregio e carattere, prodotti che siano testimoni nel mondo dei colori, dei profumi e dei sapori della terra di Puglia.
Il progetto qualità della Rivera parte dall'attenta conduzione dei 95 ettari di vigneti di proprietà, allevati a cordone speronato, con una densità per ettaro di circa 4.800 viti a bassa produzione unitaria. Questi vigneti sono suddivisi in tre corpi principali.
I primi due, in località Torre di Bocca e Coppa, sono situati tra i 200 e i 220 metri di altitudine su terreni calcareo-tufacei profondi; vi si coltivano prevalentemente varietà a bacca rossa. Il terzo corpo, alla contrada Lama di Corvo, si trova invece più in alto, sulle aspre e rocciose colline della Murgia, tra i 320 e i 350 metri, altitudine più idonea per la corretta maturazione delle varietà a bacca bianca. Il restante fabbisogno di uva è infine coperto da pochi fornitori di fiducia.
La D.O.C. Castel del Monte, che disciplina una delle zone a più spiccata vocazione vitivinicola della Puglia, non poteva che prender nome da un così nobile simbolo.
L'intera area, a nord di Bari, copre i territori che dall'Alta Murgia digradano verso l'Adriatico comprendendo due zone con il medesimo clima mediterraneo, ma con differenti tipi di terreno e paesaggio.
Al di sopra dei 300 metri si estende il roccioso altopiano della Murgia in cui, tra pascoli e seminativi, si trovano i tipici vigneti a spalliera bassa situati sul fondo delle lame, dove le radici delle viti riescono a nutrirsi anche nei periodi estivi più siccitosi. Fra i 180 e 300 metri invece, la fascia premurgiana è caratterizzata da terreni profondi di natura tufaceo-calcarea e accoglie distese di ulivi, di vigne e di grano dorato.
Qui, tradizionalmente, sono allevate le varietà autoctone a bacca bianca - Pampanuto e Bombino Bianco - e nera - Bombino Nero, Nero di Troia, Montepulciano e Aglianico - alle quali sono state affiancate, proprio grazie alla sperimentazione della Rivera, varietà alloctone bianche - Chardonnay e Sauvignon - anche esse entrate a far parte del disciplinare.