Il toponimo si ritiene da alcuni che venga dal latino "vitricium" (vetro), da altri che si riferisca ad un particolare tipo di roccia. Attivo centro commerciale, industriale e di villeggiatura posto nella valle della Dora Baltea, sulle rive del torrente Evançon, l'abitato di Verrès è dominato da una rupe situata a circa due chilometri di distanza dal centro, sulla quale si trova l'omonimo castello che segna l'inizio della Val d'Ayas.
Il paese offre la possibilità di effettuare diverse e piacevoli escursioni. Interessante il castello di Villa che si affaccia sulla bassa Valle di Ayas e da cui è possibile godere di una panoramica sulla zona di Verrès, sulle vette circostanti il Vallone di Dondeuil e sulla Riserva Naturale del Lago di Villa. Si raggiunge affrontando un sentiero in terra battuta non particolarmente impegnativo passando tra gli alberi.
Fu probabilmente centro strategico dei Salassi sia dal punto di vista politico che militare. Fu, poi, conquistato dai Romani che lo denominarono Vitricium. Nel XIII secolo il territorio era diviso tra il Vescovo di Aosta e i De Turrilia, i De Arnado ed i De Verretio, famiglie feudatarie dei Conti di Savoia, che si scontrarono duramente con il primo, fino all'assedio della residenza vescovile di Issogne nel 1333. Nel 1390 divenne feudo degli Challant perchè i Savoia concessero Verrès ad Ibleto di Challant, che si era distinto per la fedeltà e la dedizione nei loro confronti e, successivamente passò al figlio Francesco. Dopo la morte di questo, avvenuta senza eredi maschi, terminata una lunga disputa ereditaria, Verrès divenne possedimento del nipote di Francesco, Giacomo di Challant Aymavilles. Qualche tempo dopo nuovamente gli Challant rimasero senza eredi maschi e si riaprirono dispute per l'eredità; alla fine del XVI secolo, il territorio passò sotto il dominio dei Savoia fino al 1696, anno in cui, terminate le dispute legali, tornò sotto gli Challant.
Da vedere:
Il castello di Verrès, a pianta quadrata, costituito da un unico blocco con pareti doppie più di 2 metri e mezzo, rappresenta il classico esempio di fortificazione medievale. Fu fatto edificare per volere di Ibleto di Challant tra il 1360 ed il 1390 per scopi militari. Infatti la sua collocazione su un promontorio roccioso sovrastante il torrente Evançon lo rendeva di difficile accesso e contemporaneamente consentiva il controllo del territorio circostante. Un sofisticato ed ingegnoso sistema di botole, antiporte, ingressi in salita, curve e portoni è stato studiato per rendere inattaccabile la fortezza e consentire ai suoi abitanti di resistere agli assedi più lunghi. In epoca successiva fu ampliato e, nel 1536, fu fatto circondare da una cortina di mura.
Il castello di Issogne, ad un chilometro da Verrès, rappresenta una delle residenze gentilizie più note della regione. Eretto in stile gotico-rinascimentale dagli Challant nel 1480, presenta pianta quadrata con torri angolari. Nel cortile si può ammirare una fontana in pietra sormontata da un melograno in ferro battuto. Nel portico alcuni affreschi riportano scene di vita quotidiana del XVI secolo. Nelle sale sono presenti affreschi e mobili d'epoca originali.
Il castello di Villa, situato in un punto strategico, è abbandonato da tempo all'incuria ed è stato depredato di materiali edili più di una volta per edificare nuove costruzioni. Presenta due piani, mura possenti in pietra ed è ancora visibile il fossato. Nel 1200 l'edificio fu ceduto dal conte Tommaso I di Savoia a Bosone II di Challant, successivamente passò a Goffredo I e ad Aimone III, quindi ad Ebalo Magno che, secondo alcune fonti, lo restaurò ed ampliò. Nel 1370 fu riscattato da Bonifacio e Giovanni di Challant e trasformato da presidio militare in struttura residenziale. Il perimetro fu ulteriormente fortificato nel 1430, nel periodo in cui Caterina di Challant e sua sorella Margherita furono impegnate in una lunga disputa ereditaria. Successivamente il castello fu abbandonato ed utilizzato per la costruzione della vicina fortezza di Verrès.