Il toponimo potrebbe riferirsi al "gabbio", vale a dire alla proprietà privata e recintata. Comune situato ad oltre mille metri di altitudine ai confini con il Piemonte, sorge in una valle ai piedi del Colle della Vecchia e del Colle Mologna, sul torrente Lys. E'una località frequentata sia in estate, per il clima fresco, che nella stagione invernale grazie alla vicinanza con il comprensorio sciistico del Monterosa Ski. Il territorio comunale comprende numerose frazioni ed il punto più alto è raggiunto con i suoi oltre 3000 metri dalla Becca Frudiera. Caratteristico è il villaggio di Niel, situato a monte del capoluogo, nella valle omonima, ove si possono ammirare le tradizionali case valdostane, (stadel walser).
Il territorio fu abitato in epoca preromana dai Salassi, così come l'intera regione. Questo popolo era composto dalla commistione delle antiche tribù dei Celti, giunte in Val d'Aosta tra l'VIII ed il V secolo a.C. dal centro Europa, con le genti del luogo. L'influenza dei Celti su Gaby si evince dall'idioma diffuso tra gli abitanti che tradisce l'influsso anche di altri gruppi etnici. Il territorio divenne possedimento romano nel 25 a.C. Dopo aver sconfitto i Salassi ed averli ridotti in schiavitù, i Romani confiscarono le terre e se ne appropriarono, distribuendo i fondi tra i soldati. Le terre furono denominate come coloro a cui furono assegnate. Nel periodo medievale esercitarono il loro potere sul territorio nobili famiglie feudali. Il comune è di recente costituzione, con precisione è stato creato nel 1952. Fino a quell'anno era noto come Issime Saint Michel ed era parte integrante del comune di Issime.
Da vedere:
La parrocchiale di San Michele sul cui portale sono leggibili le date fondamentali della storia della chiesa. L'attuale edificio fu eretto nel 1824 sul luogo ove sorgeva una precedente cappella troppo piccola per contenere tutti i fedeli. Fu così che l'altare barocco della primitiva cappella, risalente al 1748, divenne un altare laterale. Conserva un baldacchino, opera di Carlo Delponte, in stile barocco, sovrastante l'altare principale, affreschi di Morgari e decorazioni di Martinelli.
Il santuario di Vourry, dedicato alla Signora delle Grazie raffigurata in un affresco sulla facciata, fu eretto nel 1833 in luogo della originaria cappella che presentava due altari ed un campanile. L'attuale struttura conserva un pregevole portale intarsiato, un altare ligneo in stile barocco, intagliato e dorato, ed un organo settecentesco. Da ricordare le quattordici stazioni della Via Crucis dipinte da Francesco Curtaz.