Resa famosa da Omero per il terribile mostro che, da un'alta rupe, assaliva i marinai, Scilla è un comune della provincia di Reggio Calabria, affacciato sul Mar Tirreno. L'origine si fa risalire al IV secolo a.C. e la sua posizione strategica, all'imbocco dello Stretto di Messina, l'ha resa molto ambita nel corso dei secoli. Nel IX secolo fu occupata dai Saraceni e nel 1060 dai Normanni; successivamente si trovò al centro delle contese tra Angioini e Aragonesi. Il borgo, nonostante i gravi danni riportati durante i due terremoti del 1783 e del 1908, mantiene sostanzialmente i caratteri della ricostruzione tardo-settecentesca. Si possono individuare i diversi nuclei che lo compongono: il Castello, sul grande promontorio, la parte più interna, attorno alla chiesa matrice, e i due borghi di pescatori di Marina Grande e Chianalea, quest'ultimo con le case che finiscono praticamente a ridosso del mare, conferendogli un aspetto unico e molto caratteristico.
Siti di interesse:
- il Castello Ruffo, sorge proprio sulla rupe protesa sul mare, occupandola completamente con la sua mole massiccia. Furono i Ruffo, signori della città, prima nel XIII secolo e poi da XVI al XIX secolo, ad edificare la costruzione tutt'ora visibile, sulla zona già oggetto di intervento precedentemente. La prima testimonianza riguarda, infatti, il tiranno di Reggio, Anassila nel 493 a.C., mentre in epoca bizantina fu sede di una comunità monastica, per passare ai Normanni che ne fecero una roccaforte per la conquista della Sicilia.
- la Chiesa dell'Immacolata, che domina il litorale. Sorge su un sito di una chiesa dedicata a Santa Maria Cattolica, documentata già nel 1310; più volte ampliata e danneggiata, è stata completamente ricostruita nel 1958, dopo il disastroso terremoto del 1908. All'interno si possono ammirare pregevoli capolavori settecenteschi, come l'altare marmoreo e il trono in legno intagliato e dorato nella Cappella del Ss. Sacramento.
- la Chiesa dello Spirito Santo, il cui campanile svetta tra le case del borgo di Marina Grande. Costruita nel 1752 dal messinese Antonio Brancati, fu ricostruita quasi interamente dopo il terremoto del 1783. La facciata è in pietra, ornata da un elegante portale. All'interno segnaliamo l'altare maggiore e i quattro altari laterali settecenteschi di fattura siciliana, realizzati con marmi policromi.
- il caratteristico borgo di Chianalea, che ha saputo mantenere intatto il suo aspetto sei-settecentesco, con i suoi stretti vicoli e le abitazioni costruite proprio sulla riva del mare. Interessanti sono le sue due chiese settecentesche: la Chiesa di Santa Maria di Portosalvo, ricostruita qui nel 1790 dopo il terremoto del 1783, e la Chiesa di San Giuseppe, in fondo al quartiere, caratterizzata da un vano che introduce alla chiesa vera e propria, a cui si accede attraverso un bel portale orato con colonne tortili e decorato con motivi floreali e colombe.
- la fontana delle tre cannelle, così detta per le tre cannelle, ornate da grossi mascheroni, che decorano una vasca in cima ad una scalinata. Il mascherone centrale è il più antico e reca la data 1610.
- la settecentesca fontana Ruffo, collocata in una nicchia decorata con una conchiglia.