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Bova

Descrizione

Arroccato sulle pendici di un colle che si innalza per oltre 800 metri s.l.m., il borgo di Bova, in provincia di Reggio Calabria, fu interessato da insediamenti umani sin dalle epoche più remote, come rivelano le armi in silice di epoca Neolitica, le schegge di ossidiana ed i frammenti di vasi risalenti alla prima fase della colonizzazione greca dell'Italia meridionale. A partire dal IX secolo d.C. fu oggetto delle continue piraterie saracene e questo determinò il costituirsi del paese nell'entroterra. Passò, quindi, sotto il dominio normanno che gli concesse terre e privilegi nel 1094, accrescendoli nel secolo successivo. Nel 1195 Enrico IV donò la contea di Bova all'arcivescovo di Reggio Calabria, Guglielmo II. Sede vescovile fino al 1986, mantenne il rito greco fino al 1573.
Siti di interesse:
- la Cattedrale di Santa Maria dell'Isodia, situata nella parte alta del borgo, su una preesistente chiesa del IX secolo. L'antica chiesa fu ingrandita ad opera del vescovo Martino Megali, mentre tra il XVI ed il XX secolo avvennero ulteriori rifacimenti, anche in seguito alle calamità naturali che si abbatterono sulla regione. L'impianto attuale mostra una pianta basilicale a tre navate divise da arcate e conserva un'immagine marmorea del 1584 con la Madonna della Presentazione, anche detta Isodia, attribuita a Rinaldo Bonanno. Le corone d'argento, situate sul capo della Madre e del Bambino, sono opera di artisti messinesi del Seicento.
- i resti del castello medievale, situato alle spalle della Cattedrale, già esistente intorno all'anno Mille, con due torri cilindriche;
- il Santuario di San Leo, riedificato dopo il terremoto del 1783 sui resti di un preesistente edificio del XVII secolo. All'interno è possibile ammirare un settecentesco altare maggiore di fattura messinese, il busto argenteo del Santo, sempre di fattura messinese, poggiante su un'urna d'argento di scuola napoletana.
- Palazzo Marzano, affacciato sulla piazza in corrispondenza del Municipio, cui era annessa la cappella dell'Immacolata. Risalente alla metà del XVII secolo, è stata aperta al culto fino al 1969 ed ora sconsacrata. E' a navata unica e conserva un bel portale settecentesco con lo stemma della famiglia Marzano.

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