Il toponimo deriva dal Santo patrono, Saint Oyen, appunto, al quale è dedicata la chiesa parrocchiale. Comune situato a quasi 1400 metri di quota nella Valle del Gran San Bernardo, lungo entrambe le sponde del torrente Artanavaz, ai confini con la Svizzera. La località consente di coniugare buona cucina, tranquillità e sport grazie alla attrezzata stazione sciistica di Flassin, con i suoi 5 chilometri di piste, e il Foyer de ski de fond, un attrezzato e moderno edificio sportivo.
Nel 1137 il conte Amedeo III di Savoia donò alla prepositura del Gran San Bernardo le terre dello Chateau Verdun, situate nel territorio di Saint Oyen. Lo Chateau era una sorta di pertinenza dell'Ospizio del Gran San Bernardo e divenne a sua volta un ospizio per i viandanti. Il podere si ampliò enormemente nel corso del XIII secolo, comportando il sorgere di numerose controversie con i comuni confinanti. Di particolare complessità fu la querelle per il possesso dell'alpeggio di Citrin, condotta con i signori di Etroubles, Bosses ed Avise. Il territorio fu sotto la diretta giurisdizione dei Savoia fino alla fine del XVI secolo. Questi ultimi, nel 1584, costituirono la baronia di Gignod comprendente anche Saint Etienne, Saint Martin de Corlèans, Etroubles, Saint Rhèmy, parte di Allein e Saint Oyen e l'assegnò in feudo a François de la Crete, come ricompensa per la dedizioni ed i servizi ricevuti.
Da vedere:
La chiesa parrocchiale, dedicata a Saint Oyen, abate del VI secolo, è stata probabilmente costruita nel XII secolo, anno in cui fu costituita la parrocchia, purtroppo la sua esistenza è documentata solo a partire dal 1820, periodo in cui fu totalmente ricostruita. Restaurata nel XX secolo, presenta un campanile a base quadrata con due file di bifore alquanto distanti tra loro ed è sormontato da una cuspide a forma di cono. All'interno conserva arredi liturgici di pregio, tra cui un reliquiario in argento con cristalli risalente al XVII secolo e realizzato da un artista svizzero.
Lo Chateau Verdun, eretto tra il X e l'XI secolo, fu donato da Amedeo III di Savoia ai Canonici dell'Ospizio del Gran San Bernardo che se ne servirono come stazione di sosta ed azienda agricola magistralmente organizzata. Oggi è ancora di proprietà dei Canonici. E'un complesso architettonico la cui struttura centrale si presenta a struttura quadrata con copertura a quattro spioventi dall'aspetto imponente. Ristrutturato nel 1992, ospita i Canonici, incontri culturali e coloro che siano bisognosi di un luogo tranquillo ove potersi dedicare allo studio o alla riflessione. Conserva al suo interno arredi di pregio e presenta geniali soluzioni architettoniche.
La vecchia segheria in località Prenoud.
Le gite des chevreuils, un recinto per caprioli ben attrezzato, dotato di chalets per il ricovero degli animali, di abbeveratoi e mangiatoie. Si estende su una superficie di 8000 metri quadrati.
L'erbario realizzato dai Canonici del Gran San Bernardo, tra il 1850 ed il 1900, con 500 specie di erbe. E'esposto nella Biblioteca.