Unico sbocco della Basilicata sul Mar Tirreno ed affacciata sul Golfo di Policastro, Maratea, splendida e rinomata località balneare, è anche nota con l'appellativo di "perla del Tirreno". Dalla costa alta e frastagliata, ricca di grotte, insenature e calette, il toponimo deriverebbe, secondo alcuni, dalla volontà dei coloni greci di evocare la famosa città greca di Maratona e, secondo altri, da Thea Maris, dea del mare.
L'area fu abitata sin dal Paleolitico e nel VI sec. entrò nell'orbita della Magna Grecia e nel 281 a.C. fu, poi, conquistata dai Romani.
In epoca tardo medievale è la zona alta di Maratea, ossia la cima del Monte S. Biagio, ad acquistare centralità ed importanza. Infatti qui, intorno al VII - VIII sec. d.C., si stabilirono piccole comunità di monaci basiliani che dapprima usufruirono del luogo per farne il loro eremo e, in seguito, vi crearono un primo nucleo urbano dando origine all'abitato fortificato di Maratea Superiore, oggi chiamato Castello, che, per la sua ubicazione assai elevata, garantiva ai suoi abitanti un formidabile baluardo naturale.
Subì, quindi, la conquista Longobarda, Normanna, Angioina ed Aragonese.
Maratea ospita numerosi siti archeologici, ricchi di testimonianze del suo millenario passato. A cominciare dai ritrovamenti presso il promontorio detto Capo La Timpa ed a quelli, di epoca romana, concentrati presso l'isola di Santo Janni, dove è stato rinvenuto il più ampio giacimento di anfore ed ancore di questo periodo.
Risale, invece, al Medioevo il Castello di Castrocucco, sospeso su un costone roccioso, ed i ruderi dell'antico borgo del castello, incastonati in una natura selvaggia, proprio sotto la statua del Cristo Redentore. Quest'ultima, in particolare, seconda per dimensioni solo a quella di Rio de Janeiro, è alta 22 metri e fu scolpita da Bruno Innocenti e posta al termine di una suggestiva scalinata in pietra, da cui si gode una spettacolare vista dell'intera costa di Maratea.
La Basilica di San Biagio, realizzata tra il VI ed il VII secolo nel luogo in cui, secondo la tradizione, sorgeva il tempio della dea Minerva, è caratterizzata da un portico a tre arcate con una statua di San Biagio situata in una nicchia al centro del timpano. Ristrutturata in stile barocco nel XVIII secolo, all'interno è conservato un pregevole affresco del XV secolo raffigurante la Madonna col Bambino, un bassorilievo dell'Annunciazione del XVII secolo, un tabernacolo del Cinquecento ed un organo del Seicento.
Interessanti sono anche la Chiesa di Santa Maria Maggiore, risalente al XII secolo, la Chiesa dell'Annunziata (XVI secolo), la Chiesa di San Vito (XI secolo), la Chiesa di San Pietro (XIII-XIV secolo), la Chiesa del Calvario (XV secolo), la Chiesa di San Francesco di Paola (XVIII secolo), la Chiesa dell'Immacolata (XVII secolo) e la Chiesa di Sant'Anna (XIV secolo).
Infine tra il XVI ed il XVII secolo furono costruite lungo la costa di Maratea ben sei torri di avvistamento contro le invasioni corsare: la Torre dei Crivi, la Torre di Acquafredda, la Torre Santavenere, la Torre Apprezzami l'Asino, la Torre di Filocaio e la Torre Caina.