Splendido e suggestivo borgo della provincia di Ravenna, Brisighella è arroccato su uno sperone roccioso dell'Appennino Tosco-Romagnolo, lungo la strada che collega Ravenna a Firenze. Sull'origine del toponimo si registrano tre diverse ipotesi: secondo alcuni deriverebbe dalla radice celto-longobarda "brix" (luogo scosceso), secondo altri dal tardo latino "brisca" (terra spugnosa) ed, infine, secondo una terza corrente di pensiero, da "brassica" (cavolo).
Le origini del borgo risalgono al 1200, quando il condottiero Maghinardo Pagani edificò su una delle tre guglie di selenite la roccaforte più importante della valle del Lamone. Nel XIV secolo, i Manfredi, signori di Faenza, iniziarono l'edificazione della rocca sulla seconda guglia. Dopo un breve periodo di occupazione da parte di Cesare Borgia, Brisighella passò prima ai Veneziani e poi allo Stato della Chiesa. Nel 1860, dopo la sconfitta delle truppe austriache, passò al Regno d'Italia.
Siti di interesse:
- l'antica Via degli Asini o del Borgo, suggestiva via sopraelevata, unica al mondo, illuminata da arcate di diversa ampiezza, detta Via degli Asini per le carovane di animali che trasportavano materiale dalle vicine cave di gesso;
- la Rocca Manfrediana e Veneziana, situata su uno dei tre pinnacoli rocciosi, si compone di un Torricino, costruito da Manfredi di Faenza nel 1300, e di una Rocca Veneziana, risalente al Cinquecento. Splendido esempio di architettura militare medievale, è oggi sede del Museo della Civiltà Contadina.
- la Torre dell'Orologio, baluardo difensivo risalente al 1290, fu ricostruito prima nel Cinquecento e, successivamente, nell'Ottocento;
- il Santuario del Monticino, situato sul terzo colle di Brisighella, risale al XVIII secolo;
- la Collegiata di San Michele Arcangelo, ultimata nel 1697, presenta un bel portale in bronzo e, all'interno, un crocifisso ligneo del Cinquecento, un altare policromo in stile neobarocco en una tavola del pittore forlivese Marco Palmezzano (XVI secolo).
- la Chiesa di Santa Maria degli Angeli, risalente al Cinquecento, è situata lungo la strada che porta a Firenze. All'interno è possibile ammirare una tavola del Palmezzano ed una Pietà di Giuseppe Rosetti.
- la Pieve del Tho, la pieve più antica della Valle del Lamone. Le sue origini si fanno risalire a Galla Placidia, figlia di Teodosio, che l'avrebbe fatta edificare utilizzando i materiali provenienti da un antico tempio pagano dedicato a Giove Ammone. Il periodo di costruzione è compreso tra l'VIII e il X secolo. In stile romanico, presenta una pianta basilicale a tre navate divise da colonnine tutte diverse tra loro (probabile materiale di reimpiego). All'interno sono ammirabili un capitello corinzio (ora utilizzato come acquasantiera) del I secolo d.C., un miliare romano, una lastra dell'VIII secolo, affreschi vari ed altro materiale portato alla luce durante le campagne di scavi.