Comune della provincia di Lucca, situate nella media Valle del Serchia, lungo le ultime propaggini delle Alpi Apuane, Borgo a Mozzano è un grazioso centro di origini romane. Menzionato per la prima volta in un documento dell'879, fu feudo della potente famiglia longobarda dei Suffredinghi; entrata nell'orbita della Repubblica di Lucca, nel 1272 fu sede di una podesteria. Nel Cinquecento diventa capoluogo di Vicaria e, con l'incorporazione di Cerreto inferiore, iniziò il processo di formazione del comune e della parrocchia. Con Napoleone furono abolite le Vicarie e Borgo a Mozzano divenne capitale del cantone degli Appennini. Seguirono i Borboni (1817), il Granducato di Toscana (1847) e l'annessione al Regno d'Italia nel 1860.
Siti di interesse:
- il Ponte della Maddalena, anche detto Ponte del diavolo, simbolo di Borgo a Mozzano, realizzato nel Trecento sul fiume Serchia per volontà di Matilde di Canossa. Si presenta a tre arcate asimmetriche e deve il suo nome ad una leggenda molto popolare: il costruttore, non riuscendo ad innalzare l'arco maggiore per completare la struttura, chiese l'aiuto del diavolo, il quale pretese in cambio l'anima del primo che avesse attraversato il ponte. Il costruttore, una volta completato il ponte, lo fece attraversare da un cane ed il diavolo, ingannato, scomparve nelle acque del Serchia.
- la Chiesa di San Rocco, risalente al 1527, sebbene la fisionomia attuale sia frutto di un rifacimento del 1791. All'interno fanno bella mostra di sé gli affreschi di Luigi Ademollo, una tavola cinquecentesca raffigurante i Santi Rocco e Sebastiano, nonché un organo dell'Ottocento.
- la Chiesa di San Jacopo, nata come fortificazione a guardia della Via Clodia, al tempo di Matilde di Canossa. Ricchissima di opere d'arte, l'interno si presenta a tre navate con colonne doriche in pietra di Cardoso;
- il cinquecentesco Convento dei Francescani;
- il Palazzo del Municipio, al cui interno è stato allestito un piccolo museo che espone reperti archeologici, tra cui una tomba ligure;
- la Biblioteca Comunale.