Il toponimo deriva dal gallico "sego" (forte). E' un comune in provincia di Torino, confinante con Bussoleno, Meana di Susa, Mompantero, Gravere e Mattie. Caratterizzato da un suggestivo miscuglio di stili che vanno dal romano classico al medievale, Susa è ricco di edifici sacri che conservano opere rare e preziose, esempi di grande equilibrio estetico. E' costellato di segni importanti lasciati dalla dominazione romana, come l'anfiteatro, l'acquedotto, l'arco di Augusto, da cui si evincono in modo chiaro le notevoli capacità costruttive e le geniali soluzioni architettoniche dei grandi conquistatori. L'abitato si presenta raccolto e sovrastato dall'imponente torre campanaria della Cattedrale, ricca di bifore, trifore e quadrifore. Il centro storico, tagliato da vie irregolari, è scandito dalle numerose torri.
Nel 500 a.C., alla confluenza della Dora Riparia con il torrente Cenischia, esisteva una città celtica efficiente e ben organizzata. La zona fu invasa e conquistata dall'esercito romano, diventando un centro sviluppato e di grande importanza economica, ma nei secoli successivi subì un progressivo decadimento che terminò solo nell'VIII secolo, nel periodo in cui la regione fu governata dai Franchi. In posizione strategica, situato lungo le vie per i valichi del Monginevro e del Moncenisio, fu spesso oggetto di sanguinose contese, assedi, saccheggi e distrutto da incendi. Nel corso dell'XI secolo fu soggetto ai conti di Moriana, fino a quando, sottoposto ai Savoia, ne seguì le sorti.
Da vedere:
La chiesa di San Carlo, risalente al XVII secolo, è in stile barocco con unica navata, conserva una tela raffigurante San Carlo Borromeo.
La cattedrale di San Giusto del X secolo è in stile romanico-gotico. Presenta croce latina e tre navate, incorpora una torre facente parte di una porta romana. Il campanile è alto 51 metri con cuspide ottagonale e pinnacoli angolari. La chiesa conserva un trittico del XVI secolo raffigurante la Madonna con Bambino e Santi, un polittico in legno raffigurante San Nicola, opera di Ferrari, e risalente alla fine del XV secolo, un pregevole altare in marmo del XIII secolo, opera di Pietro da Lione, un bellissimo fonte battesimale in marmo verde, un portale laterale della fine del XVII secolo, il coro ligneo trecentesco, raro esempio di arte dell'intaglio, varie statue del XVI e XVII secolo e nel Battistero un crocifisso quattrocentesco.
La chiesa della Madonna del Ponte del XIII secolo.
La chiesa di San Saturnino dell'XI secolo.
Il convento di San Francesco del XIII secolo.
La chiesa di Santa Maria delle Grazie del XVIII secolo.
La chiesa di Santa Maria Maggiore del X secolo.
Il Museo Diocesano di arte sacra.
La Torre dei Rotari innalzata dalla famiglia omonima nel XIV secolo a scopo difensivo. E'un imponente edificio in muratura a pianta quadrata con monofore e merlatura.
La Torre Civica del XVIII secolo è collocata su una delle due torri romane che formavano Porta Piemonte, accesso al Borgo dei Mercanti.
Casa de'Bartolomei risalente al XIII secolo.
Il castello della contessa Adelaide, figlia del marchese di Torino Olderico Manfredi e moglie di Oddone, conte di Moriana e di Savoia risalente all'XI secolo.
Arco di Augusto, risalente al periodo compreso tra il IX e l'VIII secolo a.C., si trova sull'antica strada delle Gallie, in marmo bianco poggiato su blocchi calcarei, è composto da un solo arco con un'iscrizione che ricorda il patto tra Ottaviano Augusto e il re dei Celti, Cozio, ed un fregio che corre su i quattro lati e rappresenta le cerimonie che accompagnarono la conclusione dell'accordo tra Roma e Cozio.
L'Anfiteatro romano, risalente al II-III secolo d.C., si trova in una conca naturale e nel corso dei secoli fu coperto da metri di terriccio portato dalle esondazioni di un vicino torrente. E'l'anfiteatro romano più piccolo situato in Italia con i suoi 45 metri per 3; presenta un cunicolo che mette in comunicazione quattro camere in cui trovavano posto i gladiatori e gli animali prima di esibirsi, una stalla per gli animali situata sotto le gradinate ed i resti di un edificio circolare, forse lo spoliarium, ove erano accolti i gladiatori feriti o uccisi.
I resti dell'acquedotto romano costruito con blocchi di calcare, i cui pilastri poggiano su un altare di origine celtica.