Il suo nome deriva dalla devozione degli abitanti nei confronti di San Giorgio, che salvò, alla fine del X secolo, gli abitanti dall'eruzione del Vesuvio. Sull'origine del termine Cremano, invece, alcuni credono che faccia riferimento al fatto che la terra su cui è costruito il paese sia "cremata", ossia bruciata dal Vesuvio.
Il territorio fa parte del cosiddetto "Miglio d'Oro", la strada costiera fra San Giovanni a Teduccio e Torre del Greco così chiamata per la presenza di numerose ville, ben 122, tra le più rappresentative dell'arte napoletana, generalmente completate da vasti giardini e da decorazioni pittoriche realizzate da grandi artisti.
In esse lo stile barocco trova la sua manifestazione più fantasiosa e leggera, in una particolare espressione del rococò.
Nel territorio di San Giorgio a Cremano si incontrano sia ville dove sono preminenti i caratteri della vera e propria azienda agricola - e tra queste rientrano Villa Tufarelli, Villa Bonocore con la Cappella di S. Michele e Villa Marulli con la Cappella Pittore - sia "Ville di Delizie", che somigliano, invece, alle più tipiche dimore nobiliari.
Lungo la Via Regia, in particolare, svoltando all'altezza dell'odierna Croce del Lagno, si percorre la strada che conduce al luogo denominato "l'Arso" dopo l'eruzione del 1631. Ed è qui che si incontra la prima Villa Vesuviana di San Giorgio a Cremano, Villa Pignatelli di Montecalvo, opera dell'architetto Ferdinando Sanfelice.
Nell'angolo a Nord Ovest dello slargo, lungo l'antica Via Berio, oggi dedicata ad Enrico Pessina, si risale, poi, verso la Piazza del Municipio, la cui storia è stata strettamente legata alle vicende religiose e politiche della città.
Lungo l'antico asse viario si susseguono, senza soluzione di continuità, ancora ville settecentesche, complete di oratori e giardini con lunghi viali: tra queste spicca la maggiore, Villa Berio, oggi Leone.
La cittadina ha, inoltre, dato i natali all'attore Massimo Troisi, uno dei più apprezzati artisti italiani della fine del Novecento: attore, regista e sceneggiatore teatrale, cinematografico e televisivo, ha saputo esplorare le consolidate tradizioni napoletane, seguendo le orme linguistiche e gestuali di Eduardo De Filippo e Totò, rinnovandole profondamente con un metodo recitativo del tutto originale.
A lui è dedicato anche un Premio che si svolge ogni anno a Villa Bruno. Concepito come un omaggio ad una grande personalità della comicità italiana, oggi il Premio rappresenta un vero e proprio Osservatorio sulla comicità, promosso allo scopo di scoprire e lanciare nuovi talenti artistici.