Il toponimo deriva dal nome del santo patrono del luogo, San Nicola appunto. Comune montano in provincia di Aosta, il cui territorio comprende numerose frazioni, è situato a 1200 metri di altitudine, affacciato sulla Dora Baltea. A Saint Nicolas è possibile dedicarsi allo sci alpinismo e allo sci di fondo sulla pista illuminata che si snoda tra il centro abitato e la foresta del Bois de la Tour, in modo da consentire la pratica dello sci anche di notte. Offre anche un ricchissimo patrimonio culturale ed una gastronomia impareggiabile, oltre che un pregevole artigianato locale.
La particolare salubrità del clima, adatto all'agricoltura ed alla pastorizia, ha fatto sì che fosse luogo prescelto sin dall'epoca neolitica per gli insediamenti umani. Il villaggio di Vens, situato a monte del capoluogo, rappresentò un crocevia fondamentale per raggiungere la Valdigne e la Valle del Gran San Bernardo. La zona fu popolata dai Celti e dai Salassi,prima dell'arrivo dei Romani che conquistarono queste terre intorno al I secolo a.C.. Saint Nicolas vide l'arrivo anche dei Burgundi, dei Franchi e dei Saraceni. Nel 1710 fu creata una delle prime scuole di villaggio, contribuendo a trasformare il paese in un polo culturale; un altro aspetto importante è che Saint Nicolas ha dato i natali all'abbè Cerlogne, padre della poesia dialettale valdostana, a cui sono dedicati il Centre d'Etudes Francoprovençales ed il Concours Cerlogne.
Da vedere:
La chiesa parrocchiale di San Nicola. L'edificio odierno è un riadattamento del XVII secolo con pianta a croce greca e tre navate. Conserva cinque altari di pregio, purtroppo derubati in due periodi successivi di statue, angeli e fregi. Sotto il presbiterio è presente una cripta, probabilmente parte dell'antica chiesa preesistente, risalente al XII secolo; si presenta a pianta rettangolare con abside semicircolare. Accanto alla chiesa si trova il campanile composto di due parti risalenti ad epoche diverse: la parte inferiore risalente al XV secolo, quella superiore del XVII secolo con una campana del 1549.
Il belvedere. Partendo da la Cure si giunge a piedi in un punto da cui si può ammirare la sottostante valle centrale percorsa dalla Dora Baltea, a sinistra la valle laterale di Cogne, nel centro la valle di Valsavarenche e di Rhemes , a destra la valle di Valgrisanche , in alto il Mont Emilius e poi la Becca di Nona, la Grivola, il gruppo del Ruitor con il ghiacciaio. Nel fondovalle si possono intravedere i vigneti da cui si produce l'Enfer di Arvier.
Il Centre d'Etudes Francoprovençales specializzato sugli spetti etnografici dell'area alpina, in modo particolare sui dialetti, fu fondato nel 1967 da Renè Willien, fotografo, scrittore e maestro elementare.
La cappella dei partigiani.
Il Musèe Gerbore.
Il Musèe Cerlogne.