Il toponimo deriva dal nome del fiume Flumini Mannu che attraversa il territorio. Comune in provincia di Carbonia-Iglesias, è particolarmente ricco di importanti siti archeologici che testimoniano le diverse civiltà succedutesi su queste terre, tra cui nuraghi, reperti punici e romani. Il territorio comunale, situato al confine con quello di Iglesias, si estende dal Monte Linas fino al mare e comprende colline, boschi, calette, spiagge di eccezionale bellezza e la piana di Portixeddu, nonché grotte, fiumi sotterranei e tanti resti fossili. Di particolare suggestione le falesie di San Nicolò e le scogliere di Capo Pecora e Portixeddu.
La zona fu abitata sin dall'Età del Bronzo antico, quindi dal 1500 a.C. circa. Numerose sono le tracce del periodo nuragico e quelle lasciate dai Fenici e dai Romani. Le prime notizie documentate sull'esistenza del paese risalgono al XIII secolo; il primo abitato, che era posto alla foce del fiume, nel 1650 fu distrutto dai Barbari. Pochi anni più tardi fu riedificato nell'entroterra, in una zona più facilmente difendibile. Nel 1860 Fluminimaggiore visse un grande sviluppo grazie alle estrazioni minerarie ed alle cave dalle quali si estraeva onice e calcare.
Da vedere:
La chiesa di Sant'Antonio da Padova, edificata a partire dal 1750, fu oggetto di modifiche in due periodi diversi. Presenta una facciata suddivisa in due ordini, tre portali ed un rosone con decorazioni raffiguranti la vita del santo. Il campanile si erge al lato destro della chiesa, ha pianta quadrata e bifore. All'interno tre navate e pianta a croce. Nella sacrestia è custodita una statua lignea settecentesca raffigurante il santo e due sculture, una seicentesca, che rappresenta la Madonna del Carmelo, ed una, raffigurante Sant'Isidoro, risalente alla fine del Settecento.
Il villaggio marino di Portixeddu.
Il Tempio di Antas.
Le grotte di Su Mannau.
Le cave romane. Il territorio è particolarmente ricco di minerali.
Le tombe dei giganti di Perdas Al Bas.
I nuraghi di Su Barbaraxinu, S'Oreri, Narucci, Capo Pecora, Conca Muscioni.
Le fonti di Su Delegau e Pubusinu.
Le falesie di San Nicolò