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Brunnenhof Mazzon Vini Alto Adige

Produzione Vini di Qualità Pinot Nero Gewürztraminer Egna Bolzano Trentino Alto Adige Italia

Contatti

Egna Brunnenhof, I - 39044 +39 0471 820687

Descrizione

Per la vostra visita abbiamo scelto una bella giornata settembrina. Una delle tante giornate di sole di fine estate, il cielo di un azzurro intenso, non ancora offuscato dalla luce autunnale. Soltanto sopra il gruppo della Mendola si scorgono alcune bianche nubi vaporose.

Il "terroir" naturalmente lo conoscete già:

Mazzon: forse la migliore zona in assoluto per il vitigno Pinot nero nel Tirolo meridionale. Un'isola di vigneti a 350 metri di altitudine circa sopra il livello del mare lontano, che domina la valle, il fiume e i prati rivieraschi. Volgete lo sguardo verso il pendio terrazzato, ecco le rovine del castello di Kaldiff, la chiesetta consacrata a San Michele e, su su in alto, la cresta protettiva di Prato del Re.

È il terreno che infonde al vino il suo temperamento. In questa zona i terreni sabbiosi sono ricchi di argilla e calcare.

Non si poteva desiderare di meglio. Termoregolatori, ricchi d'acqua e di sostanze nutritive assorbite, insomma, terreni forti, intelligenti!

Scendiamo un po' più basso. A 200 metri circa sotto di noi scorre l'Adige. D'estate, laggiù il caldo a volte può essere soffocante, mentre quassù l'Ora che soffia dal Lago di Garda rinfresca l'aria. Piacevole per l'uomo, utile soprattutto per le uve Pinot nero dal caratteristico grappolo molto compatto.

Siamo così arrivati al nocciolo: chi dice Mazzon dice anche Pinot nero. O Pinot noir. O Blauburgunder.

È un'azienda vitivinicola piuttosto grande, adagiata in mezzo ai vigneti. Ha visto venire e andare i decenni, le annate buone e quelle cattive, le giornate miti e le gelide notti invernali. Vive secondo il ritmo della natura, l'alternarsi delle stagioni. La frenetica vita delle metropoli non l'ha nemmeno sfiorata.

In passato anche nella tenuta di Brunnenhof - come dappertutto nel Tirolo meridionale - la vite era coltivata a pergola; anche qui oggi circa la metà delle piante è allevata a spalliera (Guyot). E a ragione: su ogni ettaro di terreno si concentrano tra 6000 e 8000 piante. A nessuna viene chiesto troppo, ma ciascuna aggiunge un po' di forza, carattere e temperamento, e così nascono vini particolarmente strutturati e tuttavia armonici.

È superfluo ricordare che il concetto di buon raccolto non indica, per noi, la quantità ma la qualità. Trovare in ogni cosa la giusta misura è il nostro fine. Soprattutto negli interventi di cura. Nella potatura invernale delle viti. Nella lavorazione dei terreni, nel trattamento di erbe ed erbacce.

Imparare il più possibile dalla natura, questa è la nostra massima. La natura è la nostra maestra, e i suoi consigli sono diversi a seconda della posizione. Nel complesso cerchiamo di seguire le regole della coltivazione naturale (ecologia). Con metodi antichi e modernissimi. Così come, con sostanze che fungono da esca, confondiamo la tignola della vite. E così poter rinunciare a un insetticida. Persino contro le infestazioni da funghi usiamo soprattutto rame e zolfo.

È ora di presentarvi la mia famiglia. Perché, nonostante tutta l'esperienza, senza armonia non si può fare un buon vino. Tra mia moglie Johanna e "Brunnenhof" non è stato amore a prima vista. Ma a poco a poco anche in lei si è destata la passione per il luogo e il mestiere. I nostri figli Johann ed Eva amano la vastità della tenuta e il senso di protezione che da essa emana. E che "Brunnenhof" sia un'azienda familiare a tutti gli effetti si vede al momento della vendemmia, quando madre, zio e nipoti danno una mano.

Personalmente sono cresciuto tra le vigne. Con il lavoro nei vigneti e in cantina ho dimestichezza fin da bambino. Ho imparato il mestiere da insegnanti esperti, ho anche imparato che il vigneto è alla base di tutto. Molte cose le ho copiate dalla natura. Ma in questo campo c'è sempre da imparare. Il fascino permane, come la voglia di scoprire.

A Mazzon il vitigno Pinot nero esiste da più di cento anni. Sembra sia stato introdotto da Ludwig von Barth di Barthenau. Da circa un secolo anche la famiglia Rottensteiner pigia questo dono divino giunto dalla Borgogna, dapprima a Bolzano, abbinandolo soprattutto al Santa Maddalena e al Lagrein, e dal 1987 a Brunnenhof. Qui a Mazzon il ruolo di protagonista spetta al Pinot nero, e con il crescere dell'esperienza vengono sfruttati i vantaggi della posizione e del clima.

In autunno - perlopiù a fine settembre - ha luogo la pigiatura. Che viene effettuata a regola d'arte. La nostra "stagione di punta". Così l'uva Pinot nero si vendemmia solo nelle ore del mattino, affinché non rechi in sé l'eccessivo calore del giorno. In questa stagione il sole picchia ancora con forza su Mazzon.

Ora gli acini dolcemente pigiati possono fermentare. Per due o tre settimane. In tutta tranquillità. Ma noi continuiamo a lavorare, rimescoliamo il cappello di raspi e di bucce. Affinché si sprigionino e leghino tra loro tutti gli aromi del frutto.

Botti nuove di rovere entro vecchie mura. Sono chiari simboli della coabitazione di vecchio e nuovo a Brunnenhof. L'arte risiede nell'equilibrio. Così abbiamo cura di mantenere una piccola quantità di legno nuovo.

Per dodici mesi il Pinot nero vinifica solo in barrique. Si riduce così il pungente acido malico, gli aromi possono sprigionarsi, affinarsi. In questo arco di tempo deve realizzarsi l'armonia di corpo, frutto e tannino. Alla fine il Pinot nero coniugherà morbidezza e complessità.

Infine il vino deve essere imbottigliato.

Ma non c'è fretta. Dal rovere passa all'inox dove riposa per alcuni mesi; una volta imbottigliato, si affina per altri sette, otto mesi in bottiglia. Solo a questo punto, circa due anni e mezzo dopo la vendemmia, può essere messo in commercio. Saggiamente agisce chi, anche allora, lascia al Pinot nero dell'altro tempo per affinarsi.

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