Vico del Gargano è un paese sito nella parte nord-orientale del promontorio del Gargano e fa parte dell' omonimo Parco Nazionale di cui ne costituisce il cuore, comprendendo nel suo territorio la maggior parte della Foresta Umbra.
Sorge a 445 m sopra il livello del mare e presenta un territorio assai vario che va dalle alture submontane della Foresta Umbra alle spiagge di sabbia finissima della frazione marina di San Menaio. La natura del terreno è carsica per cui sono numerose e interessanti le grotte, anche marine.
L' economia è agricolo-turistica; sono celebri gli agrumi di Vico, in modo particolare i prodotti DOP "Arancia bionda del Gargano" e "Limone Femminiello del Gargano". Si produce anche un ottimo olio.
Lo sviluppo turistico non è pari a quello dei limitrofi Peschici e Vieste ma questo, per paradosso, potrebbe costituire un vantaggio lì dove la speculazione edilizia non è stata così forte. Ad esempio nel centro antico ci sono i tre quartieri medievali di Civita, Casale e Terra che, abbandonati a metà dell'Ottocento, hanno conservato intatto il fascino del tempo. Un recupero, per forza graduale, ha senz' altro un grande potenziale.
La città fu fondata dal condottiero schiavone (dalmata) Sueripolo che, chiamato dall' imperatore Ottone I per combattere i saraceni, ottenne di potersi insediare a Vico e Peschici. Assolto il compito per cui era stato chiamato radunò gli abitanti che vivevano sparsi nei casali è costituì il nucleo primigenio del paese. Il nome vicus viene dal latino e significa gruppi di case, villaggio.
I Normanni, conquistato il Gargano, costruirono a Vico un castello che Federico II ampliò. Nel 1292 Teodisco de Cuneo dotò la città di un imponente sistema di mura di cinta le cui tracce sono ancora visibili nelle mura esterne di alcuni edifici. In seguito i sovrani di Napoli assegnarono Vico, divenuto feudo, ad importanti famiglie napoletane come i Caracciolo e gli Spinelli.
Oltre al Castello sono interessanti le numerose chiese nel centro antico e Palazzo della Bella. Quest' edificio è singolare perché rappresenta una rivisitazione neogotica di inizio Novecento del fiorentino Palazzo Vecchio.