Il toponimo onora il santo patrono del luogo, San Vincenzo. Località turistica e centro di cure termali situato nella media valle della Dora Baltea, in un bacino addossato ai piedi del massiccio del Monte Zerbion, Saint Vincent è circondato da vigneti, boschi di castagni e pini. Il clima mite concilia le escursioni lungo la "Collina" tra La Dora ed il Col de Joux con i suoi 1640 metri di altezza, antico punto di transito tra la valle centrale e le valli di Ayas e di Gressoney . Interessante anche l'escursione al ponte romano e alle rupi celtiche.
Di probabile origine romana, l'abitato fu feudo degli Challant in epoca medievale, divenendo successivamente possedimento dei Savoia. Di fondamentale importanza per il luogo fu la scoperta nell'estate del 1770 di una sorgente di acqua termale ad opera dell'abate Jean Baptiste Perret, originario di Saint Vincent. Il sacerdote, incuriosito da come alcune mucche al pascolo gradissero un'acqua sgorgante da rocce micacee rossastre, la fece analizzare. L'acqua risultò molto più mineralizzata di altre; il sacerdote acquistò la sorgente e, qualche anno dopo, il Ducato di Aosta si interessò alla posa di vasche e rubinetti per consentire un utilizzo più razionale della fonte. Negli anni seguenti si provvide a migliorare le vie di accesso al centro che divenne, ben presto, meta di nobili, personaggi illustri e prelati. Nel 1826 fu scoperta una seconda fonte e nel 1842 fu realizzato uno stabilimento di bagni pubblici ed un casinò, aperto solo nella stagione estiva, con sale dove si svolgevano balli, concerti ed altre attività di svago per allietare il soggiorno degli ospiti. Vent'anni dopo fu realizzato uno Stabilimento Idroterapico con 80 camere, sale da pranzo, sale di lettura e biliardo. Ampliato nel 1900, oggi i 2600 metri quadrati includono anche studi medici, laboratori di analisi, un bar-ristorante ed un parco ed una funicolare che collega il centro alle terme. Il Casinò, inaugurato nel 1957, fu ampliato nel 1982 ed oggi copre una superficie di 3500 metri quadrati contenente ogni sorta di divertimento e richiamo culturale.
Da vedere:
La chiesa di San Vincenzo, eretta dai Benedettini nel 1150, fu edificata su di una struttura precedente, risalente al 300-400 d.C., forse una villa romana con annesso edificio termale o un edificio termale pubblico romano di cui sono visibili i resti al di sotto del pavimento. E' stata più volte modificata e, in tempi moderni, restaurata. Nella chiesa, situata in via Chanoux, si trovano una cripta anteriore all'XI secolo, a pianta ottogonale con tre piccole navate abbellite da colonnine in pietra e capitelli risalenti all'VIII secolo. Gli affreschi più antichi sono quelli, risalenti al XV secolo, situati nell'abside a nord ed attribuiti a Iacopo Jacquerio e quelli di Giacomino da Ivrea. Su queste opere nel XVI secolo Filippo da Varallo realizzò decorazioni ancora oggi visibili. Nella navata colonne di diversa foggia, un antico arco sovrastante l'altare, un Cristo in bronzo di Luciano Minguzzi. Nel 1983 è stato creato un museo adiacente alla chiesa per conservare i reperti più importanti provenienti dalla chiesa di Moron e dalle cappelle della zona.
I ruderi del ponte romano sul torrente Cillian sono visibili lungo la statale per Montjovet.
Dell'originaria costruzione rimane solo la spalla di sinistra.
Il castello di Ussel di origine trecentesca.
La cappella in ricordo dei partigiani ad Amay situata lungo la strada per il Col de Joux, a poca distanza da Amay. Fu costruita in pietra locale in ricordo dei molti giovani partigiani di Saint Vincent caduti e sepolti in quella zona.
La chiesa di Moron, situata nell'abitato omonimo, risale al XV secolo e fu edificata su un precedente edificio, probabilmente romanico. Presenta un'ampia abside circolare con volta delineata da elementi in pietra.
La statua della Madonna sul Monte Zerbion è stata fatta collocare a 2722 metri di quota ex voto dalle donne di Chatillon e Saint Vincent durante la Prima Guerra Mondiale. Opera di Bistolfi, è alta sette metri e poggia su un basamento che contiene una piccolissima cappella.