Il toponimo registra opinioni discordanti: per alcuni deriverebbe dal latino "rubus" (rovo) mentre per altri da" roa" (ruota) e ascia, i simboli presenti, tra l'altro, sullo stemma comunale
Comune montano in provincia di Cuneo, composto da una cinquantina di borgate distribuite tra i 700 metri ed i 2450 circa e bagnato dal torrente Gesso, Roaschia è situato a fondovalle, circondato da monti puntellati da grumi di case, tra Robilante, Roccavione, Valdieri, Vernante ed Entracque. Lontano dal clamore delle grandi città, a Roaschia si può godere di una rara quiete, di un ambiente salubre e di gustosi piatti tradizionali. Gli speleologi trovano interessanti grotte da scoprire mentre gli amanti delle escursioni possono partire alla scoperta del territorio e del Bèc d'Orèl.
Le origini sono molto antiche e con molta probabilità il borgo era già esistente intorno al XII secolo. Venne citato in documenti storici sin dal 1198 ed appartenne all'Abbazia di Pedona; per un lungo periodo fu conteso dai Marchesi di Saluzzo. Inserito nel distretto di Cuneo, fu prima sotto gli Angioini e successivamente sotto i Savoia. Nella seconda metà del XVII secolo i Savoia assegnarono Roaschia ai Birago. Fino al XVIII secolo fu in contrasto con Roccavione per motivi relativi al controllo di parte del territorio. Nel 1928 fu unito proprio a Roccavione per tornare autonomo nel 1946.
Da vedere:
La parrocchia di San Dalmazzo, santo sulla tomba del quale fu edificata l'Abbazia di Pedona.
La sorgente Dragonera, una suggestiva sorgente dalla quale sgorga un'acqua oligominerale particolarmente limpida. Si raggiunge dal paese attraversando un percorso nel verde.
Le grotte ed i cunicoli scavati dall'acqua, come Barma bella e le grotte del Bandito, da queste ultime è stato estratto oro e vi sono stati rinvenuti i resti dell'orso delle caverne, estinto 15.000 anni fa ed un coltello risalente alla prima Età del Ferro.