Il toponimo ha dato luogo a diverse interpretazioni, ma la più accreditata lo fa derivare dal latino "longus" con il significato di "lunga striscia di terra". Comune in provincia di Belluno, situato nei pressi del punto in cui il fiume Piave incontra il torrente Maè, l'abitato di Longarone confina con quello del capoluogo e dalla posizione in cui si trova è agevole raggiungere il Parco delle Dolomiti Bellunesi.
Il rinvenimento di molti reperti risalenti all'epoca romana, tra cui i resti di una strada, un sepolcreto ed una lapide e, particolare non irrilevante, il toponimo stesso testimoniano il lungo periodo di colonizzazione da parte dell'Impero Romano. Per un discreto tratto di storia Longarone ha condiviso le vicende del vicino comune di Castellavazzo. Con molta probabilità il centro abitato sorse nel corso del XIV secolo; fu dapprima sotto il dominio dei Vescovi, poi sotto Ezzelino da Romano, sotto i Dalla Scala, i Da Carrara ed i Visconti. A partire dal XV secolo divenne territorio della Repubblica di Venezia e conobbe ricchezza economica, grazie al commercio del legname, e sviluppo urbanistico (furono costruiti eleganti palazzi). Il paese è tristemente noto per la disastrosa frana che nell'ottobre del 1963, staccatasi dal Monte Toc e precipitando nel bacino della vicina diga, provocò due gigantesche ondate che spazzarono via Longarone ed alcuni centri vicini.
Da vedere:
La nuova chiesa dedicata alla Madonna Immacolata fu realizzata a partire dal 1975, su progetto dell'architetto Michelucci, nel luogo in cui sorgeva la vecchia pieve distrutta dalle acque. Rappresenta, oltre che un edificio di culto, un monumento in memoria del disastro del 1963. Dall'aspetto moderno, si sviluppa su più volumi ed ha forma circolare. Il campanile è sostituito da una originale scultura in metallo.
La chiesa di San Martino a Fortogna risale al 1861.
La chiesa dei Santi Fermo e Rustico a Provagna.
La chiesa di San Pelegrino a Soffranco.
La chiesa di Sant'Osvaldo a Roggia.
La chiesa di San Tommaso a Pirago.
La chiesa di San Giacomo a Dogna.
La chiesa di San Valentino ad Igne.
I Murazzi sono protezioni costituite da muri a secco molto spessi che creano cinque gradoni lunghi cento metri con finalità di creare terrazzamenti coltivabili. I lavori ebbero inizio sul finire del XVI secolo e terminarono nella prima età del XIX.
Palazzo Mazzolà, risalente al 1736, presenta un salone completamente decorato da stucchi, oggi ospita il Municipio.
Villa Cappellari Bonato è un edificio in stile Liberty del 1860.
Il Museo del Vajont.
La diga del Vajont.