Situato sul soleggiato altopiano della Predaia, le cui pendici sono dolcemente solcate da filari regolari di meli, al centro della Val di Non, Coredo è un suggestivo comune della provincia di Trento che vanta un'antica tradizione turistica, testimoniato dalle ville in stile liberty costruite nei primi anni del Novecento. E' una località che offre al visitatore innanzitutto un panorama splendido sulle Dolomiti di Brenta e le Maddalene, momenti di relax a contatto con la natura, lunghe ed ossigenanti passeggiate all'aria aperta lungo i sentieri montani, laghetti dalle acque incontaminate, boschi ricchi di alberi secolari ed escursioni a cavallo o in mountain bike; in inverno è facilmente raggiungibile la zona sciistica sull'Altipiano della Predaia.
Da provare anche le squisitezze gastronomiche come la Mortandela, il salume tipico, presidio SlowFood.
Secondo una corrente di pensiero, da tempo dominante, il toponimo deriverebbe dal latino classico "coryletum" (bosco di noccioli).
Nel Medioevo fu sede di pieve e, per un certo periodo, dei vicari e degli assessori per la Val di Non e la Val di Sole; inoltre, vi era regolarmente amministrata la giustizia. Uno degli eventi più tristi della città fu, senza dubbio, il processo contro le streghe, tenutosi nel 1614 dentro le mura del Palazzo Nero, conclusosi con la condanna a morte di dieci persone, arse vive nella piazza antistante il palazzo. Era, inoltre, dotata di una propria "Carta di regola" già nel 1437 ed il manoscritto e tutt'oggi conservato presso l'archivio di Castel Braghèr.
Siti di interesse:
- Castel Braghèr, situato lungo la strada panoramica che da Taio porta a Coredo, su un imponente sperone rocciosos, delimitato, lungo tre lati, da profondi burroni. Il primo nucleo risalirebbe al 1270 e fu edificato da Bragherio di Coredo, dopo aver ottenuto dal principe-vescovo il permesso di edificare una rocca su quella sommità per andarvi a vivere, lasciando al fratello Paolo la proprietà del Castello di Coredo. Passò, in seguito, ai conti Thun e, nel XVI secolo, fu ampliato e più volte restaurato. I vari corpi di fabbrica sono formano un insieme massiccio e, nel cortile, si trova la Chiesa di San celestino, con un bel ciclo di affreschi quattrocentesco.
- il Castello di Coredo, situato a breve distanza dall'antica parrocchiale e circondato da un parco secolare; l'impianto originario risalirebbe al XII secolo e, come appare da una raffigurazione medievale, l'aspetto dell'antico fabbricato era molto diverso da quello attuale. Nel 1726 subì una massiccia opera di restauro, durante la quale perse ogni aspetto feudale e militare, assumendo una fisionomia di tipo residenziale.
- la Chiesa cimiteriale, l'antica parrocchiale di Coredo, inizialmente dedicata alla Madonna Assunta e, successivamente, fu aggiunta anche l'intitolazione all'Invenzione di Santa Croce. Menzionata per la prima volta nel 1348, fu successivamente restaurata in seguito ai danni subiti da un incendio nel 1611. Un secolo dopo fu ampliata su progetto dell'architetto Antonio Brusielli di Trento. L'altare maggiore in stile barocco è opera di Simone Ramus nel 1661, mentre la pala d'latre è del 1663.
- la Chiesa di Santa Croce, realizzata agli inizi del Novecento dall'architetto Efrem Ferrari di Trento, fu consacrata solo nel 1948. Affiancata da uno svettante campanile, si presenta con tetto a ripidi spioventi, rosone circolare centrale, sopra al quale fa bella mostra di sé l'altorilievo del Buon Pastore.
- il santuario di San Romedio, la cui esistenza è documentata sin dal XII sceolo, è costituito da un complesso di costruzioni che si inerpicano lungo una parete rocciosa. Le cappelle più antiche sono quelle situate più i alto e, in quella più interna, sono conservate le reliquie di San Romedio.
- Palazzo Nero (Palazzo Assessorile), fatto costruire nel 1460 dal vescovo Giorgio di Hack. E' tristemente noto per il processo alle streghe svoltosi all'interno delle sue mura, conclusosi con la condanna di dieci persone, bruciate vive proprio davanti al palazzo. Oltre alle prigioni, interessante è anche la Sala del Giudizio, dove è possibile ammirare il ciclo di affreschi che narra la storia di Genoveffa, regina di Francia, ingiustamente accusata di adulterio e, alla fine, riconosciuta innocente.
- la segheria veneziana con annesso Museo del Legno;
- i laghetti di Coredo e Tavon.