Il toponimo con molta probabilità deriva dal nome celtico, successivamente latinizzato, "Cambius". E' un comune in provincia di Torino, situato ai piedi delle colline torinesi. Originariamente a vocazione agricola, raggiunto dalla linea ferroviaria e, di conseguenza meglio collegato con le zone limitrofe, ha trovato recentemente le condizioni ideali per aprirsi anche alle attività industriali. Sul territorio si sono sviluppate manifatture prevalentemente tessili e si è registrato un progressivo incremento della popolazione. Ospita il Centro studi e ricerche di Pininfarina.
Il borgo ha origini romane, come testimonia il ritrovamento di resti di una villa del III secolo d.C.; non si esclude, tuttavia, l'eventualità che la zona fosse stata popolata già in epoche più remote dai Celti. Il paese fu citato per la prima volta in un documento dell'anno 959. Appartenuto ad Ugo di Levaldigi, fu venduto a Bernardo di Masio per poi divenire proprietà del Monastero di San Silvestro di Nonantola, in provincia di Modena. Nel 1034 passò ai Conti di Briandate. Durante il Medioevo Cambiano condivise le sorti del vicino Chieri, al quale nel 1248 si sottomise per ottenerne in cambio protezione. Il borgo subì più volte attacchi e conseguenti danni durante il XIV secolo. Nel 1347 si sottomise ai Savoia e fu nuovamente oggetto di assalti e devastazioni durante la guerra tra i Savoia-Acaia ed il Marchese del Monferrato. Nel XV secolo il ramo dei Savoia-Acaia si estinse ed il paese divenne parte del nuovo stato sabaudo. Nel XVII secolo fu concesso in feudo alla famiglia piacentina Scotti per divenire poco dopo dominio dei Borgarelli di Chieri. Nella prima metà del XVII secolo il paese fu nuovamente saccheggiato, questa volta dalle truppe francesi, durante la guerra civile che coinvolse i Savoia. Nel 1691 fu ceduto al Marchese di San Tommaso che a sua volta lo cedette alla Contessa Tana; da quest'ultima fu concesso alla famiglia San Martino-Provana. Nel XVIII secolo fu acquistato dalla famiglia Turinetti ed infine, dopo essere stato annesso all'Impero napoleonico, nel 1815 tornò ai Savoia.
Da vedere:
La parrocchia dei Santi Vincenzo e Anastasio, distrutta durante un saccheggio nel XVII secolo, fu ricostruita poco tempo dopo. Nel Settecento fu rimaneggiata la facciata su progetto dell'architetto Vittone. Il campanile risale al 1883 e fu costruito utilizzando materiali provenienti dalla vecchia torre campanaria.
La torre campanaria di origine medievale è l'unica superstite delle due torri gemelle che costituivano la porta di accesso alla città. Un tempo presidiata da sentinelle, costituiva un passaggio obbligato per accedere alla zona destinata agli scambi e al commercio.
Il castello dei Mosi ed il castello dei Mosetti, edifici risalenti al XII secolo, non molto distanti tra loro, situati nel centro storico del paese.