Situato ai piedi dei Monti Lattari, Gragnano è un comune della provincia di Napoli, a cavallo tra la Penisola Sorrentina e la Costiera Amalfitana. I primissimi insediamenti risalirebbero a popolazioni Osco-Sannitiche, come rivelano le necropoli risalenti al VII-VI secolo a.C. rinvenute in località Madonna delle Grazie. Dopo la distruzione operata da Silla nell'89 a.C., il territorio fu interessato da numerose "villae rusticae", prima di essere definitivamente raso al suolo con l'eruzione del Vesuvio del 79 d.C.
Dopo la caduta dell'Impero Romano, le popolazioni vicine, in particolar modo quelle costiere, per sfuggire alle continue incursioni di barbari e saraceni, costruirono numerose roccaforti che, nel X secolo, furono annesse alla Repubblica Marinara di Amalfi, diventando l'avamposto difensivo del confine settentrionale della Repubblica. Passò, poi, ai Normanni, al Principato di Salerno ed al Regno delle Due Sicilie. Quello tra il XVI ed il XVII secolo fu un periodo di grande fioritura economica per Gragnano, in concomitanza con la costruzione dei primi mulini per la macinazione dei cereali e la produzione dei "maccheroni", inizialmente a livello familiare. Gragnano, infatti, è universalmente conosciuta con l'appellativo di "città della pasta", come dimostrano i numerosi pastifici artigianali ed industriali presenti nella zona. Ma le eccellenze gastronomiche non si fermano qui. Ricordiamo, inoltre, il Provolone del Monaco (prodotto che, nei tempi addietro, è stato simbolo di identità ed appartenenza territoriale, essendovi gli emigranti tanto affezionati che se lo portavano con loro nei viaggi oltreoceano) e l'eccellente Gragnano DOC.
Il toponimo deriverebbe dalla "gens Grania", famiglia di patrizi romani che aveva numerosi possedimenti nella zona.
Tra i siti di maggior interesse, menzioniamo:
- la Collegiata del Corpus Domini, risalente al 1555 e rimaneggiata successivamente in stile barocco. Affiancata da un bel campanile in stile romanico, all'interno sono custodite numerose opere d'arte, come la splendida tela di Francesco M. Russo, tra le più grandi d'Europa (circa 400mq), collocata sul soffitto della navata;
- la Chiesa del Carmine, edificata nella prima metà del XVI secolo e preceduta da uno spazio alberato. L'altare maggiore è sormontato da un'edicola in stile roccocò;
- la Chiesa di San Giovanni Battista, realizzata nel XVI secolo là dove un tempo sorgeva l'antica Chiesa di San Sebastiano. E' affiancata da una possente torre campanaria ottocentesca a tre ordini sovrapposti;
- la Chiesa di Sant'Agostino, risalente al XIII-XIV secolo;
- la Chiesa di San Nicola dei Miri, realizzata nel XIV secolo da Angelo Miro, illustre esponente di una delle più nobili famiglie del luogo;
- la Chiesa di Santa Maria ad nives, edificate nel XVI secolo sui resti di un'antica cappella;
- la Chiesa dell'Assunta, preceduta da un'imponente scalinata ed affiancata da un campanile in stile romanico a due ordini di bifore. L'interno è diviso in tre navate da colonne romane provenienti da vari scavi;
- la Chiesa dell'Incoronata, in località Pozzale;
- i numerosi pastifici ancora attivi;
- i resti delle "villae rusticae";
- la Valle dei Mulini, famosa non solo per la natura incontaminata ma anche per la gran quantità di acqua che ha da sempre favorito il sorgere e l'attività dei mulini.