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Enego

Santa Giustina

Santa Giustina

Descrizione

Il toponimo ha origini poco chiare e diverse sono le opinioni in merito: le più accreditate lo vogliono derivante dall'antroponimo latino Enno e dall'antroponimo tedesco Enika. Comune in provincia di Vicenza, situato ai margini della Valsugana, il territorio di Enego è ai confini con il Trentino Alto Adige. La posizione occupata rende il centro particolarmente attivo dal punto di vista commerciale e turistico, visto che da Enego si raggiungono con facilità le stazioni sciistiche venete e trentine.
Importanti reperti archeologici rinvenuti in zona attestano la presenza dell'uomo sin dalla Preistoria. L'area su cui sorge Enego fu colonizzata dai Romani ed assunse una notevole importanza in epoca imperiale. La particolare posizione occupata fece sì che, caduto l'Impero romano, il centro fosse particolarmente ambito e preda delle popolazioni provenienti da Oriente e dal Nord. Fece parte della Reggenza dei Sette Comuni, una piccola confederazione, costituita nel 1310 e durata fino al 1807 con proprie leggi e governo distinta dal resto dei comuni vicentini. Dal XV secolo entrò a far parte dei territori sottoposti al dominio della Serenissima che rispettò la diversità della Reggenza e consentì la sua integrità. Questo periodo fu particolarmente prospero e foriero di sviluppo e benessere per il paese: Venezia, infatti, concesse alla città larghi spazi di autonomia. Le vicende successive sono comuni all'intera provincia a partire dalla dominazione austriaca.

Da vedere:
La chiesa parrocchiale di Santa Giustina, dalle forme classicheggianti, è preceduta da una lunghissima scalinata che, prolungando e scandendo i tempi necessari per raggiungerla, la rende distante e quasi altera. Presenta una candida facciata sormontata da un timpano ed arricchita da colonne, fregi e nicchie con statue. In posizione quasi centrale è evidente una cupola con in cima un tempietto. L'altissimo e slanciato campanile si distingue nettamente tra le case del centro; di recente costruzione, è stato edificato tra gli anni '40 e '50 del Novecento, affianca la chiesa, è in pietra bianca, semicolonne rinforzano gli angoli ed una cornice evidenzia la cella campanaria in cui si aprono su ciascun lato finestre ogivali e piccoli timpani. Completa il tutto un tamburo su cui svetta una cuspide alta e stretta.
Forte Lisser costruito durante la Prima Guerra Mondiale sul monte omonimo.
Il torrione scaligero rappresenta ciò che rimane dell'antico castello.
Palazzo Cappellari.
Val Dicina.
La Bastia.

Mappa

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