La cittadina di Centuripe, in Provincia di Enna, è pittorescamente arroccata su un sistema montuoso (730 s.l.m.m.) che si erge maestoso a metà strada tra Catania ed Enna. Dalla sommità, il panorama è dominato dall'imponente mole dell'Etna e lo sguardo spazia sulle vallate fluviali circostanti (valli del Salso, del Dittaino e del Simeto) e sulla Piana di Catania, fino alle catene montuose degli Erei e dei Nebrodi per il raggio di una cinquantina di chilometri. La popolazione è di 5.800 abitanti. L'economia è a carattere prevalentemente agricolo e artigianale, ma cominciano a farsi strada anche settori legati al terziario.
Centuripe, oltre alle bellezze paesaggistiche, che ne fanno una sorta di Taormina dell'entroterra, offre anche notevoli resti archeologici. Fu fondata dai siculi verso l'VIII secolo a.C. e da allora fu abitata senza soluzione di continuità fino al XIII secolo d.C., quando venne distrutta da Federico II di Svevia e rifondata tre secoli dopo. L'impianto urbano, pertanto, con le sue pittoresche viuzze pensate per una viabilità a trazione animale, è ancora quello cinquecentesco.
Il periodo di maggiore floridezza della città antica fu raggiunto sotto il domino romano tra il III e il I secolo a.C.
Sappiamo, da Cicerone e da altre fonti antiche, che i centuripini intrattenevano relazioni privilegiate con l'Urbe. Relazione, questa, che certamente influenzò in positivo la vita economica locale. In età imperiale, tra il I e il III secolo d.C. vi sorsero numerosi monumenti pubblici, tuttora conservati, che assieme a quelli di Taormina, Catania e Siracusa costituiscono le tracce più consistenti dell'architettura romana in Sicilia. Lungo il corso dello fiume Simeto, ad esempio, si possono ammirare i resti di un imponente ponte che affascinò già i viaggiatori del '700. All'interno o ai margini dell'abitato si conservano i resti, possenti, di altri monumenti di età imperiale (I-III sec. d.C.): due mausolei ("Castello di Corradino" e "Dogana"), almeno due edifici termali ("Acqua Amara" e "Vagni"), una grande cisterna in muratura, muraglioni di terrazzamento, una struttura ("Panneria") di cui non si conosce l'esatta destinazione, un complesso architettonico in cui veniva celebrato il culto di Augusto con una stanza mosaicata e numerose statue della famiglia imperiale ora esposte nel vicino Museo Archeologico. Nello stesso museo, sono esposti anche i reperti provenienti dalla collezione comunale, da scavi ed esplorazioni del territorio.
Al piano terra si possono ammirare i resti raccolti in alcuni siti preistorici disseminati nel territorio. Spicca un volto, risalente a circa sette millenni addietro, che si può considerare una delle prime rappresentazioni umane della Sicilia orientale. Seguono i reperti della città ellenistica (III-I secolo a.C.), tra i quali va fruita con particolare attenzione la ricostruzione di una bottega di ceramista con gli strumenti originali dell'epoca. Nello stesso piano, infine, sono esposte le statue in marmo provenienti dal citato complesso in cui i sacerdoti Augustales officiavano il culto dell'imperatore e quelle della collezione comunale con una testa colossale dell'imperatore Adriano. Al piano ammezzato sono esposti altri reperti legati alla vita e alle attività della città antica (commercio, produzione dell'olio, .). Al piano superiore quelli recuperati nelle tombe degli antichi abitanti del luogo, databili tra l'VIII e il I secolo a.C., con la ricostruzione di una sepoltura "a camera".
L'immenso patrimonio di reperti archeologici che testimonia dello splendore passato oggi è tuttavia nella maggior parte fuori dalla propria sede disseminato com'è nei musei di Parigi, Berlino, Londra, New York, all'estero, e a Catania, Siracusa, Palermo, Trapani, Napoli, Roma e Milano.