"Davanti a me il Vesuvio. Adesso butta fiamme e fuma. Uno spettacolo straordinario! Figuratevi un enorme fuoco d'artificio che non s'arresta per un solo minuto."
Nicolaj V. Gogol', 1838
Sul Vesuvio, in cima al vulcano più famoso del mondo
Il cono del Vesuvio, con le sue pendici verdeggianti, è il protagonista di uno dei più celebri paesaggi italiani.
Stretto è il legame tra natura e storia, come testimoniano gli straordinari siti di Pompei, Ercolano e Oplontis (l'odierna Torre Annunziata), che si offrono al visitatore nella loro antica bellezza. Alle falde del vulcano, lungo la fascia costiera compresa tra San Giorgio a Cremano e Torre del Greco, si snoda il 'Miglio d'oro': è qui che si incontrano la Reggia di Portici, voluta nel 1738 da Carlo III di Borbone, e le eleganti dimore dell'aristocrazia che, sull'esempio del sovrano, seppe apprezzare l'amenità di questi luoghi. Le più sontuose? Villa Campolieto e Villa Favorita, entrambe a Ercolano.
Il Parco Nazionale del Vesuvio
Il Parco Nazionale del Vesuvio ha un'estensione di circa 8.800 ettari e dal 1997 è entrato nella rete delle Riserve della Biosfera del Programma Unesco M.a.B. (Man and Biosphere). L'ambiente rivela una stupefacente presenza di organismi vegetali e animali che popolano le zone laviche e quelle boschive.
I due corpi vulcanici, formati dal Vesuvio e dal monte Somma, hanno caratteristiche ambientali diverse: il versante vesuviano, sino al prevalere delle rocce laviche, ospita una tipica vegetazione mediterranea, mentre il versante sommano, esposto più a nord e quindi più fresco e umido, si presenta con boschi di castagni, querce, aceri, lecci e
betulle. Sulla lava la vegetazione comincia a insediarsi di nuovo solo molto tempo dopo l'eruzione. A fare da 'apripista' è un lichene grigio-argenteo, lo Stereocaulon vesuvianum, visibile sulle lave raffreddate dell'eruzione del 1944. L'alternarsi delle circa 900 specie floreali censite - fra cui la ginestra (di leopardiana memoria) - con le zone più aride e brulle in prossimità del cratere compongono un unicum ambientale.
Le pendici sono ricoperte da frutteti e da vigneti dai quali si ricavano alcuni prodotti tipici tra i più conosciuti della Campania.
La rete di itinerari nel Parco si articola in 15 sentieri. Diverse sono le tipologie proposte: sentiero-natura, sentiero-agricolo, sentiero-panoramico e sentiero-educativo.
Ai visitatori con disabilità motorie e della vista è dedicato, in particolare, il sentiero sperimentale n. 3, con un servizio di guide specializzate per non vedenti e sordociechi, materiale illustrativo adatto e attività didattiche e di laboratorio per ragazzi disabili. All'interno del Parco ci sono anche 2 percorsi ciclabili.
Sul Gran Cono sono presenti piccole fumarole, segno dello stato di quiescenza, ovvero di riposo attivo, del vulcano. Il cratere, a 1.282 metri sul livello del mare, ha un diametro di circa 650 metri e una profondità di 230 metri. Un avvallamento, la cosiddetta Valle del Gigante, a sua volta suddivisa in Atrio del Cavallo e in Valle dell'Inferno (raggiungibile con il sentiero-natura n. 1, di difficoltà alta), separa il Vesuvio dal monte Somma che, con Punta Nasone, raggiunge i 1.132 metri di altezza. Il vecchio orlo del cratere è molto caratteristico per il susseguirsi di numerose cime dette "cognoli", visibili in particolare dal sentiero-natura n. 2 (difficoltà alta). La Riserva Naturale Tirone-Alto Vesuvio, percorribile con facilità attraverso il sentiero n. 4, è stata istituita nel 1972 per salvaguardare l'intera cinta craterica. L'aspetto del paesaggio è quello tipico del versante vesuviano: lecci, pinete, ontani e un sottobosco di ginestre e valeriana rossa.
La fauna del Parco è molto interessante: tra i mammiferi si possono incontrare ricci, talpe, topi quercini, faine, volpi, conigli selvatici e lepri. Circa 140 le specie di uccelli che popolano le lave e le zone boschive: beccacce, tordi, codirosso spazzacamino, sparvieri, picchi rossi, falchi e corvi imperiali (solo per fare qualche nome). Diversi gli anfibi e i rettili, tra i quali il biacco, uno dei più grandi e veloci fra i serpenti italiani. Non è velenoso, però è molto aggressivo e può mordere anche l'uomo. In genere è di colore verde e giallo, ma la specie che vive sulle lave del Vesuvio è nera, quasi a mimetizzarsi con le rocce.
L'attuale aspetto del vulcano è il risultato dell'alternarsi nei secoli di eruzioni di tipo esplosivo, durante le quali il magma fuoriesce sotto forma di lapilli, pomici e ceneri vulcaniche, e di tipo effusivo, con la prevalente emissione di colate di lava.
Le eruzioni più lontane nel tempo, circa 25.000 anni fa, hanno distrutto il monte Somma, il vulcano più antico, e, successivamente, il Gran Cono. L'eruzione più famosa è quella del 24 agosto del 79 d.C. che distrusse Pompei, Ercolano e Oplontis. Risale al 1944 l'ultima eruzione, quella che ha dato vita all'attuale forma del cratere. Il vulcano, per ora solo addormentato, è 'guardato a vista' dagli scienziati dell'Osservatorio Vesuviano.
(fonte: "Natura e Parchi" a cura dell'Assessorato al turismo della Regione Campania)