Tra le più affascinanti aree costiere triestine ci sono le falesie, alte e ripide scarpate calcaree formatesi per l'intensa azione erosiva del mare, che origina suggestivi pinnacoli, ripidi canaloni, lame e torrioni. La
Riserva Regionale di Duino tutela questo particolarissimo ambiente di transizione, dove s'incrociano le regioni biogeografiche medioeuropea e mediterranea e dove le maree salate dell'Adriatico incontrano le
acque dolci del fiume Timavo.
Alle rocce strapiombanti sul mare, esposte a sole e spruzzi salati, si aggrappa una delle specie più esclusive del Carso, la Centaurea kartschiana, mentre i ghiaioni sono colonizzati dalla salvia comune e da Euphorbia wulfenii. Oltre alle turistiche baie di Sistiana e Grignano, ci sono molte piccole spiaggette nascoste, più intime e difficili da raggiungere ma adatte alla balneazione, come la baia di Canovella degli
Zoppoli. La Costa dei Barbari, frequentata da naturisti, è uno dei tratti costieri più selvaggi.
Curiosità
Lo zoppolo, utilizzato per molti secoli lungo la costiera triestina, era una semplice e primitiva imbarcazione, ricavata da un unico tronco d'albero scavato all'interno, dal fondo robusto, ideale da maneggiare
sul pietrisco delle spiaggette carsiche, prive di porti o mandracchi. Veniva utilizzata dai contadini per pescare e per raggiungere i terreni costieri non accessibili via terra.