La gastronomia casertana predilige piatti di terra, con un occhio di riguardo verso i sapori tradizionali di questa zona. A cominciare dalla famosa mozzarella di bufala campana DOP, prodotta (oltre che nella Piana del Sele, in provincia di Salerno) nella zona tra l'Ager Falernum e Castel Volturno esclusivamente con latte di bufale allevate in libertà e nutrite con mangimi naturali. Per prepararla ci vuole tutta la sapienza dei mastri caseari, i soli abili nel "mozzare" (da qui il nome) la pasta filante ancora calda.
Il "caso peruto" è un'originale varante delle diverse caciotte caprine prodotte da sempre in Campania e destinate ad un consumo familiare. Il nome deriva dall'inconfondibile profumo pungente di muffa, che tende a svilupparsi sulla superficie del formaggio, da cui il nome di "formaggio perso". Tipico nelle aree del vulcano spento di Roccamonfina e del Monte Maggiore, in provincia di Caserta, il Caso Peruto si produce da latte di capra crudo, fatto filtrare e coagulare con caglio vegetale ottenuto da fiori di cardo.
Da provare anche gli altri formaggi di vacca e di capra, il pecorino laticauda ed i salumi paesani.
I primi piatti sono generalmente a base di pasta fresca (tagliolini e gnocchi) e zuppe di legumi, mentre tra i secondi spiccano le carni di allevamenti locali, cucinate in svariati modi.
Nella piana dei Mazzoni, un tempo paludosa, si possono gustare anguille e zuppe di rane, mentre nella valle di Maddaloni si coltivano carciofi e mele annurche. Di particolare interesse anche la coltura del ciliegio e le saporite castagne di Roccamonfina.
Nella provincia di Caserta vengono prodotti ben varietà diverse di tre olio extravergine di oliva, il Terre Aurunche, il Terre del Matese ed il Colline Caiatine, tre prodotti assai diversi tra loro per colore, profumo e sapore.
Da non dimenticare, poi, le profumatissime fragole di Vairano Patenora.
Passando ai vini, ricordiamo l'Asprinio di Aversa DOC, il Galluccio DOC, il Falerno del Massico DOC, già celebrato da Plinio e Marziale, da Ovidio e Cicerone, il Pallagrello, la Falanghina Roccamonfina, il Cecubo ed il Terra di Lavoro.
Mariarosaria Pisacane