Ristorante "Paisà" - Corso Reginna-Piazza D'Amato, 2 Maiori Costa d'Amalfi (SA) Italia. Tel. +39 089877136. www.paisà.com
Quando si parla di Maiori si pensa immediatamente al lungomare, ampio e ombreggiato da palme, e al porto turistico. Ecco, per molti anni Maiori è stato solo questo, sorellastra di più nobili lignaggi, come Ravello e Positano. Peccato, però, che la parte più caratteristica di Maiori, quella più viva ed autentica, si trovi esattamente dietro quei grossi palazzi fronte mare costruiti subito dopo l'alluvione del 1954. E' qui, infatti, tra i vicoli e tra i rioni del paese che è ancora possibile respirare l'aria e l'atmosfera di un tempo, riscoprire tradizioni ed apprezzare quel connubio tra mare e montagna che ha da sempre caratterizzato la vita dei maioresi. Qualcuno li definì "pescatori con un piede nell'orto", e probabilmente non si sbagliava.
Salendo dal lungomare lungo il Corso Reginna, dopo circa 300m, sulla sinistra si apre uno slargo - Piazza Raffaele D'Amato - su cui si affacciano la lunga rampa di scale che conduce alla Collegiata di Santa Maria a Mare (XII secolo), la piccola cappella di San Rocco ed il ristorante "Paisà", il cui nome rimanda al noto capolavoro cinematografico del genio del Neorealismo italiano, Roberto Rossellini, che proprio qui a Maiori (ma anche in altre località della Costa d'Amalfi) nell'immediato dopoguerra girò numerose scene dei suoi film di quegli anni, tra cui, appunto, "Paisà" nel 1946.
Di recentissima realizzazione, arredato in stile moderno con particolari eleganti e raffinati, il ristorante "Paisà" è articolato su due livelli e, nei mesi estivi, prevede anche un fresco ed appartato de hors. Si predilige una cucina semplice e poco elaborata, per lasciare inalterato il sapore naturale degli ingredienti rigorosamente locali e realizzando quel perfetto ed armonico connubio tra mare e montagna.
Si parte con un tipico antipasto di mare, costituito da più assaggi: il classico totani e patate (con sorpresa, tra i migliori della zona), l'immancabile polpo all'insalata, bianchetti gratinati, alici marinate e delle eccellenti alici ripiene di mozzarella, impanate e fritte. Ottimo inizio, proseguito con un primo piatto sempre a base di pesce: paccheri di Gragnano al coccio. Semplice, fresco, delicato e senza eccessivi aromi. Vale la pena provarlo.
Da bere un giovane Costa d'Amalfi Tramonti Bianco DOC del 2008, di Giuseppe Apicella, ottenuto da una sapiente miscela di Biancolella e Falanghina (o Bianca Zita), dal profumo fine ed intenso che richiama la mela verde ed il miele millefiori.
Un profumato e notevole bicchiere di Santo Spirito 11, prodotto dall'azienda toscana dei Marchesi de' Frescobaldi, ha accompagnato il dessert: un classico babà ed un tortino al cioccolato.
Sia nelle portate che nel vino (ad eccezione del vino di chiusura) non ci siamo allontanati da quelli che sono i pezzi forti della tradizione culinaria ed enoica della Costiera Amalfitana. Ed è proprio questo che consente di stilare un bilancio più che positivo: puntando su prodotti freschi e locali, evitando preparazioni troppo elaborate, è possibile gustare ed apprezzare il sapore autentico dei piatti tipici del patrimonio gastronomico campano.
Il meglio a km0!
Mariarosaria Pisacane
24/05/2009