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L'Auditorium Oscar Niemeyer di Ravello

"Non è l'angolo retto che mi attrae, e nemmeno la linea retta, dura, inflessibile creata dall'uomo. Ciò che mi attrae è la curva libera e sensuale. La curva che incontro nelle montagne del mio paese, nella donna preferita, nelle nuvole del cielo e nelle onde del mare. Di curve è fatto tutto l'universo. L'universo curvo di Einstein."
(Oscar Niemeyer)

L'auditorium di Ravello è incastonato in un declivio naturale della Costiera Amalfitana e, dall'alto dei suoi 365 metri s.l.m., gode di un panorama unico della Divina. Sebbene la "Città della Musica" disponga di suggestive location all'aperto (capaci, però, di accogliere non più di un centinaio di persone) per assistere a concerti, performance di danza e rappresentazioni teatrali, come Villa Rufolo, Villa Cimbrone, Piazza Duomo e Piazza San Giovanni del Toro, era già sentita da tempo l'esigenza di dotare Ravello di una struttura che, da un lato, consentisse di estendere la programmazione concertistica a tutti i mesi dell'anno e, dall'altro, ne permettesse la fruizione ad un maggior numero di appassionati ed estimatori.
Il progetto, affidato al famoso architetto brasiliano Oscar Niemeyer, fu consegnato, unitamente al plastico, il 23 settembre del 2000, dopo oltre settanta giorni di lavoro. Sin dall'inizio, infatti, il noto architetto si è trovato innanzi a problemi legati al naturale dislivello del terreno "...il terreno irregolare, stretto, con una inclinazione trasversale molto accentuata. Di qui l'iniziativa di far costruire un plastico." E ancora: "...non pensavo affatto a un'opera costosa che potesse implicare dei movimenti di terra non necessari e perciò ho assunto come punto di partenza la decisione di localizzare il parterre esattamente secondo l'inclinazione data e il progetto ha cominciato a sorgere."
L'architettura ravellese affonda le sue radici nell'epoca romana e medievale ed è fortemente caratterizzata dagli elementi architettonici tipici di tali periodi, come bifore, colonne, archi, etc. Quindi il primo ostacolo da superare è stato proprio quello di progettare una struttura che non stridesse troppo con l'identità architettonica di Ravello e della Costiera Amalfitana. Il suo auditorium, infatti, rappresenta una chiave di volta nella modernizzazione estetica e culturale del paese, riprendendone, però, i tratti salienti e caratterizzanti (la linea curva ed il colore bianco).
All'auditorium si accede da una piazza oblunga che consente di godere, al tempo stesso, dello strepitoso panorama e dell'edificio. Nella sala, il posto per il pubblico sfrutta il declivio naturale del terreno, mentre il posto per l'orchestra e il foyer sono arditamente aggettanti nel vuoto, proprio come lo scenografico palco di Villa Rufolo, ma senza sostegni. La perfezione è assicurata dall'edificio concavo, come la perfetta cassa armonica di un mandolino, ed il paesaggio continua ad essere godibile attraverso l'ampia vetrata di accesso e dall'oblò dietro l'orchestra.

Mariarosaria Pisacane


(photo by Andrea e Umberto Gallucci)

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