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A 300 metri s.l.m., il Castello domina la città, costituendo il vertice settentrionale di uno schema difensivo triangolare coincidente con i pendii del monte Bonadies; schema riproposto, poi, sempre sia nelle rappresentazioni miniatorie, quali quelle di Pietro da Eboli alla fine del XII secolo, che in quelle grafiche, come ancora in una planimetria del 1790, conservata nell'Archivio Diocesano di Salerno, quando ormai su parte delle sue diroccate strutture si era imposta una casa colonica.
La sua immagine merlata torna anche nell'ultima coniazione longobarda, contornata dalla leggenda "Opulenta Salerno".
Acquisito al patrimonio dell'Amministrazione Provinciale di Salerno nel 1960, è stato interessato da lavori di restauro conclusi nel 1982, durante i quali si è recuperata una notevole quantità di ceramica medievale (a bande rosse, spiral-ware, graffita, proto maiolica) e di monete (tre ripostigli: denari normanni, tarì aurei e carlini d'argento aragonesi). Nella zona restaurata è stato creato un primo nucleo espositivo dei materiali del Castello, una sala per mostre e un salone per conferenze e congressi.
Recenti interventi di scavo hanno permesso, attraverso il recupero di lembi di stratigrafia indisturbata, di definire la cronologia della più antica fase costruttiva, un'opera quadrata costituita da filari di blocchi quadrangolari, addebitabile a maestranze bizantine, nel VI secolo d.C., le quali si rifacevano alle metodologie strutturali del mai dimenticato mondo romano.
Anche se fonti antiche, come l'Anonimo del Chronicon nel X secolo, sottolineano la promozione di una potente opera di rafforzamento dell'impianto difensivo della città da parte del principe longobardo Arechi II nell'VIII secolo, più documentata è apparsa l'epoca normanna. Le fasi angioina e aragonese erano già note e la zona interessata dal citato restauro degli anni '70 era proprio quella dell'ampliamento aragonese.
La valorizzazione delle opere di fortificazione di Salerno, e lo stesso rapporto paesaggistico con la città, ha visto aggiungersi un importante tassello con l'acquisizione, nel giugno del 1990, anche della Torre Bastiglia, torre semaforica sita a nord del castello con funzione di avvistamento, a sussidio della maggior opera difensiva.