Da più di ottant'anni il Museo della Guerra di Rovereto è impegnato nella raccolta e nella conservazione di documenti relativi alla Prima guerra mondiale.
Ai visitatori presenta un'esposizione permanente e offre i propri servizi.
Il Museo organizza mostre temporanee dedicate alla memoria della Grande Guerra e dei conflitti moderni.
Il Museo fu ideato nel 1919 da un gruppo di cittadini roveretani per ricordare il conflitto da poco concluso, che aveva riunito il Trentino all'Italia. Fu inaugurato da Vittorio Emanuele III il 12 ottobre 1921.
Durante la guerra Rovereto era stata evacuata, bombardata e colpita da gravi perdite; la città divenne simbolo della "guerra di redenzione" e il Museo un "luogo della memoria", al quale affluirono in grande quantità documenti e cimeli offerti da cittadini, ex-combattenti e istituzioni.
Nei decenni successivi, il Museo estese il proprio interesse ad altri conflitti: dall'età moderna alle guerre coloniali, alla seconda guerra mondiale.
Retto da un'associazione, il Museo espone armi e uniformi, fotografie ed opere pittoriche, documenti e cimeli. Propone mostre temporanee, promuove studi e ricerche, cura la pubblicazione di opere a carattere storiografico e documentario, partecipa a produzioni cinematografiche.
Il Museo ha sede nel quattrocentesco castello di Rovereto, cui si accede da via Castelbarco. Al termine di una lunga androna si sbocca nel cortile, dove si apre un profondo pozzo d'assedio. Dall'alto degli spalti si ammira un ampio panorama della città e della valle. L'esposizione è strutturata su piani diversi del Castello, mentre la sezione "Le artiglierie della Grande Guerra" ha sede nel rifugio antiaereo scavato durante la Seconda guerra mondiale ai piedi del Castello, accessibile da piazza Podestà.
La visita completa richiede circa due ore.
Il castello di Rovereto, nell'attuale forma pentagonale, venne edificato, all'epoca della dominazione di Venezia sulla città lagarina (1416-1509), sopra una preesistente rocca eretta dai signori di Castelbarco nel XIV secolo (lo spigolo di una delle torri originarie sporge nel vano interno del torrione Malipiero).
La fortezza è uno dei più insigni monumenti di architettura militare dell'epoca di transizione; la struttura è dotata di pozzo d'assedio, di una robusta cinta muraria e di bastioni muniti di decine di cannoniere e deve il suo aspetto all'opera di valenti architetti militari veneziani, tra i quali Giacomo Coltrino e Bartolomeo d'Alviano.
Nel 1487, durante la guerra tra Venezia e l'arciduca d'Austria Sigismondo Conte del Tirolo, il castello sostenne 37 giorni di durissimo assedio e si arrese solo dopo che le artiglierie lo ebbero gravemente danneggiato. Ripreso rapidamente dai Veneziani, fu ricostruito dal governo della Serenissima, nei cui domini rimase fino al 1509.
Le forme della rocca rivelano le sue prevalenti funzioni militari: agli angoli sorgono tre torrioni, un bastioncino e uno sperone, dai quali le artiglierie presidiavano le mura in qualsiasi direzione. In età veneziana fu residenza di un castellano, mentre un podestà amministrava la giustizia nel Palazzo pretorio, eretto nella piazza sottostante.
Ceduta agli Asburgo nel 1509, nella seconda metà del Seicento la fortezza perse la sua importanza, subì pesanti rimaneggiamenti ed incendi (l'ultimo nel 1797). Nell'Ottocento venne utilizzata come ricovero di mendicità, casa di pena e, dal 1859 al 1918, come sede di due Compagnie del 3° reggimento Kaiserjäger.
Nel corso della Grande Guerra, dall'evacuazione di Rovereto del maggio 1915 al novembre 1918, il castello e la città, rimasti in mano austriaca, furono sottoposti a pesanti bombardamenti da parte dell'artiglieria italiana.
Restaurato nel corso degli anni Venti, il Castello è oggi interessato da un programma di restauro che renderà riconoscibili le diverse stagioni della sua storia monumentale.
Visita il sito ufficiale del Museo Italiano della Guerra di Rovereto http://www.museodellaguerra.it