Rione Monti e Santa Maria Maggiore
La Suburra, il cui nome ha la stessa origine del termine latino suburbium (cioè sottostante alla città, al di fuori dell'urbs, ossia del primitivo stanziamento patrizio sul Palatino), costituiva la parte più popolare di Roma antica: un dedalo di viuzze, botteghe, mercati, catapecchie e insulae, i palazzi a più piani con appartamenti d'affitto.
Nella Suburra, abitata da mimi, gladiatori e cortigiane, si trovavano i luoghi più malfamati, le bettole e i vicoli bui teatro di delitti e misfatti. Nella zona vivevano numerosissime famiglie plebee e vi si manifestavano tutte le problematiche umane e sociali della capitale dell'impero.
Secondo la maldicente storiografia antica i suoi vicoli vennero frequentati da personaggi come Nerone, che vi si recava in incognito, e Messalina, che usciva nottetempo dai palazzi imperiali in cerca di avventure amorose.
Tuttavia la Subura non era soltanto luogo d'ambigua fama: seppure priva di importanti monumenti o edifici pubblici, era ricca di santuari di devozione popolare, come quello di Giunone Lucina, protettrice delle partorienti. Aveva inoltre dato i natali al nobilissimo Giulio Cesare.
La Suburra aveva una schietta connotazione popolare. Caratteristica che in gran parte continua a mantenere ancora oggi, sebbene si presenti al tempo stesso come uno dei luoghi più innovativi della città, fervido di iniziative culturali e ricco di locali, negozi, ristoranti.
Da non perdere in questo rione sono: La Madonna dei Monti, Santa Pudenziana, Santa Prassede e Santa Maria Maggiore.
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