Lavori in corso da 35 milioni di anni.
A circa settante km da Salerno, poste all'estremità settentrionale del Parco nazionale del Cilento e del vallo di Diano, le Grotte dell'Angelo rivestono notevole interesse, oltre che dal punto di vista naturalistico e speleologico, anche sotto il profilo storico-archeologico.
Risalenti a 35 milioni di anni fa, nominate già da Plinio il Vecchio e nel '500 da Leandro Alberti nella sua "Descrittione di tutta Italia", sono state oggetto di una prima puntuale esplorazione speleologica nel 1926 ad opera della Commissione Grotte della Società Alpina delle Giulie di Trieste.
Dal 1932 ad oggi, attraverso il maestoso ingresso posto tra la rigogliosa vegetazione, il pubblico ha potuto seguire ed ammirare i tragitti che si snodano per un totale di circa 3000 metri, di cui la prima parte offre un affascinante ed inconsueto viaggio in barca sulle acque del fiume Negro proveniente dalle più recondite profondità.
Le ampie cavità delle Grotte sono adornate da maestosi gruppi stalatto-stalagmitici attivi e, a tratti, il loro suolo è quasi completamente invaso da splendide vaschette concrezionate colme d'acqua.
Il pubblico può vivere tali suggestioni scegliendo tra 5 diversi percorsi, godendo di una temperatura interna costante tutto l'anno di 16 gradi, con la serenità di essere sempre accompagnato da personale esperto. Due dei percorsi offrono, a chiunque, la possibilità di assaporare l'ebbrezza di un'esperienza speleologica potendo vivere la Grotta così come la Natura l'ha creata.
Il "buio" ed il silenzio, qui, sono i veri signori e dominano incontrastati da millenni.