l suono della campana, prima dell'alba, annuncia l'inizio della giornata che si apre con la preghiera. In chiesa si recita l'ufficio notturno e, al termine, le lodi mattutine. Può così cominciare il tempo del lavoro durante il quale ogni monaco svolge l'attività di propria competenza che non interrompe più sino alla Messa conventuale, punto culminante della vita monastica. A ricordare l'ora del pranzo risuona la campana dell'Angelus: nel refettorio l'abate benedice la mensa e il lettore, come vuole la regola, legge un brano delle Sacre Scritture durante il pasto.
Dopo, il monastero s'immerge nel silenzio: è l'ora di compieta, la preghiera della sera, l'ultimo atto che conclude la lunga e operosa giornata del monaco. Da compieta all'indomani mattina, finito l'ufficio notturno, nessuno può rompere il silenzio senza un grave motivo.
Questa è la vita all'interno dei monasteri, questo è lo spirito che regna nell'Abbazia di Cava De' Tirreni, una delle più grandi e importanti dell'Ordine. E' fra le mura dell'Abbazia che sono protetti codici e incunaboli di inestimabile valore, ed è nelle sale che si conservano i testi più antichi dell' Alto Medioevo. C'è però anche qualcosa di più sottile: quell'incredibile magia che permette di compiere un viaggio a ritroso nel tempo e trovarsi a vivere in un'altra remotissima epoca.
Distante nel tempo ma vicinissima nello spirito, perché in pochissimi altri luoghi è possibile, fermandosi un istante all'ombra di un albero o nel silenzio fresco di un chiostro, sentire così forte e viva la presenza di un altro lontanissimo millennio.
L'Abbazia dei Padri Benedettini della SS. Trinità di Cava de' Tirreni sorge nell'amena cornice della valle metelliana, a poca distanza dalla Costiera Amalfitana. L'Abbazia fu fondata nel 1011 da S. Alferio, nobile salernitano di origine longobarda formatosi a Cluny, e sotto il terzo abate divenne ben presto centro di una fiorente Congregazione, l'Ordo Cavensis, che con circa 400 dipendenze tra chiese, abbazie e priorati estese la sua influenza spirituale e temporale in tutto il Mezzogiorno.
Allo splendore dei primi tre secoli si accompagnò la santità, con i primi quattro abati riconosciuti santi dalla Chiesa (Alferio, Leone, Pietro e Costabile) e successivamente con altri otto. Tra XIII e XIV secolo, anche a causa di devastazioni e spoliazioni, cominciò il declino. Nonostante l'elevazione a sede vescovile nel 1394, infatti, la Badia fu affidata ad abati commendatari che la impoverirono di monaci e di sostanze, cosicché nel 1497 venne aggregata alla Congregazione di S. Giustina di Padova.
Nel XVIII secolo la chiesa e alcune parti della Badia furono ampliate e ricostruite, tuttavia ancora oggi rimangono cospicui elementi dell'antico impianto medievale. L'Abbazia oggi custodisce un importante archivio, con circa 15.000 pergamene dall'VIII al XIX secolo, e una biblioteca che raccoglie preziosi manoscritti e incunaboli. In seguito alla legge di soppressione (7 luglio 1867), la Badia fu dichiarata monumento nazionale e affidata in custodia all'abate pro tempore.
Oggi l'Abbazia conserva numerosi tesori d'arte e di cultura. I Padri Benedettini che abitano l'Abbazia da circa mille anni, continuano la loro opera di irradiazione spirituale e culturale attraverso la preghiera liturgica, l'osservanza della regola di S. Benedetto e le numerose attività in cui sono impegnati: la custodia dell'archivio e della biblioteca, l'accoglienza degli ospiti e dei pellegrini, il servizio ministeriale nella diocesi abbaziale, la formazione del clero.
La visita dAbbazia:
in attesa del "Millennio"
Nei secoli della sua storia l'Abbazia si è arricchita di molte opere d'arte di epoche diverse: edifici, affreschi, mosaici, sarcofagi, sculture, quadri, codici miniati e oggetti preziosi.
L'Abbazia Benedettina SS. Trinità propone tra arte, storia, natura e cultura, visite guidate, consentendo al visitatore di vivere per un giorno l'esperienza della vita monastica e passeggiare lungo le stradine del borgo medioevale.
L'itinerario base prevede la visita guidata del Monastero, in compagnia del Reverendo Padre Abate.
Durante il percorso è possibile visitare:
- la Basilica
- la Cappella dei SS.Padri Cavensi
- la Grotta di Sant'Alferio
- le Antiche Cappelle con altari del XI secolo
- il Chiostro romanico
- l'Antica e Nuova Sala Capitolare
- la Cappella di San Germano
- le Catacombe
- il Cimitero Longobardo
- il Museo
La Basilica fu costruita nel secolo XI dall'abate S. Pietro e consacrata dal Papa Urbano II il 5 settembre 1092, fu completamente ricostruita nel secolo XVIII su disegno di Giovanni del Gaiso. Dell'antica basilica restano l'ambone cosmatesco del secolo XII e la Cappella dei SS. Padri, ristrutturata e rivestita di marmi policromi nel 1641. Notevoli, nelle Cappelle dell'antica basilica, sono il paliotto marmoreo del secolo XI, le sculture di Tino di Camaino ed il pavimento in maiolica del secolo XV. La Grotta di S. Alferio è un luogo assai suggestivo, splendido è il suo Chiostro,del secolo XIII, situato sotto la roccia incombente, su colonnine binate di marmi vari con capitelli romanici e archi rialzati.
Adiacente al Chiostro, vi è la Sala del Capitolo Antico, gotica, del secolo XIII, accoglie sarcofagi e affreschi di epoche diverse. Il Cimitero longobardo con la Cripta del secolo XII, su colonne del secolo IX - X e pilastri cilindrici in muratura, è di grande effetto per qualsiasi visitatore.
Nell'Abbazia è ancora possibile visitare la Cappella di San Germano, risalente al 1280, il Museo con la sua splendida sala del secolo XIII, nella quale sono esposti quadri, sculture, sarcofagi, corali miniati, facsimili di documenti dell'archivio, e la Sala del Capitolo con elementi diversi: schienali lignei del 1540, affreschi alle pareti del 1642, pavimento in piastrelle maiolicate del 1777, soffitto del 1940.
Visita il sito ufficiale dell'evento Il Millennio Cava dei Tirreni